venerdì 24 dicembre 2010

La BBC ha invitato il Papa a dare un messaggio natalizio al popolo inglese.


Questa mattina, vigilia di Natale, Papa Benedetto XVI è intervenuto alla seguitissima trasmissione Today, su Radio 4, il canale più “culturale” della BBC, cioè l’emittente di Stato britannica, non esattamente famosa per essere filocristiana e meno ancora filopapalina (qui è possibile leggere ed ascoltare l'intervento). Non è mai successo prima, si tratta di un avvenimento letteralmente storico. A chiederlo al Papa è stato il direttore della Bbc Mark Thompson, noto liberal, ma colpito dall'udienza e dalle parole del Santo Padre durante il recente viaggio in Inghilterra. «Il Pontefice ha accettato – dice padre Federico Lombardi – proprio perché durante il viaggio apostolico si è sentito accolto positivamente da molti. Ha avvertito che gli inglesi sono rimasti colpiti dal suo messaggio e non vuole che l'interesse cali né che la domanda suscitata nel popolo britannico si smorzi. Per questo parlerà loro in vista del Natale» (frasi riportate su Tempi). La trasmissione radiofonica è stata anticipata dalla messa in onda sul canale “d’intrattenimento” BBC One del racconto della Natività in quattro puntate di mezz’ora l’una, scritto e prodotto dal veterano della tivù Tony Jordan e diretto da Coky Diedroyc (di cui abbiamo informato in Ultimissima 17/12/10). Un giro anche rapido sul sito Internet della BBC, continua La Bussola Quotidiana, mette anche a disposizione una serie di lanci e di articoletti sul cardinal John Henry Newman, anche precedenti di mesi la sua beatificazione, tutto sommato sobri, corretti, onesti.

Nuovo sondaggio: il 70% del popolo inglese ritiene un diritto manifestare la fede cristiana.


Un nuovo sondaggio ha rivelato che la maggior parte dei britannici ritiene che i cristiani dovrebbero essere in grado di manifestare la propria appartenenza religiosa sul posto di lavoro senza affrontare azioni disciplinari dai loro datori di lavoro. Sembrerebbe una cosa ovvia, ma nel Regno Unito ormai nulla è scontato. Su oltre 1.000 adulti intervistati da ComRes, il 72% ha dichiarato che i cristiani dovrebbero essere in grado di rifiutarsi di agire contro coscienza, senza dover per questo essere penalizzati. Per il 73% è un diritto indossare simboli cristiani, come la croce, sul posto di lavoro e ciò dovrebbe essere protetto dalla legge. L'87% ritiene sbagliato licenziare gli operatori sanitari quando accettano di pregare con i pazienti. Queste sono tutte cose avvenute nel Regno Unito. Andrea Minichiello Williams, direttore del "Christian Concern", ha invitato i politici e i giudici a tenere presente e a prendere nota delle conclusioni del sondaggio e agire di conseguenza, creando delle leggi a protezione dei cristiani. Ha anche aggiunto: «Molto spesso nel dibattito nazionale si lascia ampio spazio ad una piccola minoranza, dai punti di vista estremi, che vorrebbe vedere distrutto il tessuto cristiano della nostra nazione. Questo sondaggio suggerisce che la loro voce non è rappresentativa della stragrande maggioranza del pubblico britannico». I risultati del sondaggio sono apparsi anche su ChristianyToday.



Repubblica e gli islamici contro le scuole che vogliono censurare il vero Natale.


Le renne infiocchettate al posto del bue e dell´asinello, Babbo Natale sì, ma niente Gesù Bambino. È la scelta - già contestatissima - della maestre della scuola materna comunale di via delle Forze Armate a Milano, che hanno deciso di rinunciare alla tradizionale festa di Natale aperta alle famiglie e di "censurare" poesie e canzoncine a contenuto religioso. Così inizia un articolo sulla laico quotidiano Repubblica. La spiegazione? «L´asilo è multietnico, molti bambini non sono cristiani e questo tipo di celebrazione rischia di discriminarli». Ma le mamme insorgono («la festa di Natale non faceva male a nessuno») e da Palazzo Marino l´assessore all'Istruzione chiede chiarimenti. I casi di quest'anno sono quelli di Varese, dove la dirigente scolastica di Cardano al Campo ha gentilmente ma fermamente impedito al parroco del paese di entrare nelle scuole per una benedizione natalizia, e di Livorno, dove alla scuola pubblica "Thouar" sono stati banditi tutti i canti a carattere confessionale. Un grave errore- continua il quotidiano di sinistra-, e non solo secondo i cattolici: «Quel che ci serve - spiega Ugo Perone, docente di Filosofia delle religioni all'Università del Piemonte orientale e inventore, negli anni Novanta a Torino, di uno dei primi "calendari multietnici" - è una cultura dell´accoglienza, non la rimozione di aspetti autentici e profondi come il cristianesimo è tuttora in Italia. Non è così che si diventa più tolleranti, serve semmai che nelle scuole tutti conoscano la storia e il significato delle principali ricorrenze religiose di tutte le comunità effettivamente presenti in quella realtà». Ma i primi a non sentire il bisogno di cancellare la festa e le tradizioni cristiane sono, del resto, proprio gli esponenti delle comunità musulmane. «Per noi - spiega Yunus Distefano, portavoce nazionale della Coreis (Comunità religiosa islamica italiana) - il Natale è un'occasione di scambio e di conoscenza reciproca. La mente dei bambini delle scuole è aperta, ed è bene che resti tale, senza creare barriere inutili. Troppo spesso poi si dimentica che anche se per l'Islam Gesù non è il figlio di Dio, egli non è soltanto riconosciuto come profeta, ma come figura religiosa di grande rilevanza. Non siamo noi, insomma, a polemizzare contro il Natale a scuola. Se poi i bambini di origine cristiana impareranno che cos'è il Ramadan, tanto meglio». Mariachiara Giorda, studiosa e docente di Storia delle religioni, aggiunge: «Fino a quando esisterà un calendario istituzionale che prevede la festa comandata ogni domenica, a Natale e a Pasqua, è fondamentale che tutti possano conoscere la realtà storica e religiosa del Paese. Ogni giorno spieghiamo che cos'è il Natale. Poi, a mano a mano che durante l´anno ci sono altre festività come il Ramadan occorre spiegare anche quelle: è un ottimo lavoro di integrazione e educazione interculturale, anche se non si può stare a casa a ogni occorrenza».

martedì 21 dicembre 2010

Corrado Augias trasforma il celebre mago Giordano Bruno in un paladino della scienza.


L'ormai noto giornalista Francesco Agnoli ci regala un approfondimento (uno di quelli che di solito è abituato a fare nei suoi apprezzatissimi saggi) sul suo collega Corrado Augias. Un giornalista, dice su Libertà e Persona, che da tempo scrive di filologia evangelica, religione, scienza, proponendo tesi peregrine, ideologiche, non suffragate dai fatti. Con lo stesso nemico, ogni volta: la Chiesa e Cristo. Augias si è dedicato recentemente in uno spettacolo su Giordano Bruno (chiamato "Le fiamme della ragione"), mito del mondo massonico, cercando di fare di questo oscuro, esoterico e inquietante mago del XVI secolo, il simbolo del pensiero razionale represso dalla Chiesa. Lo spettacolo è tratto dal libro omonimo in cui Corrado Augias, così dice lui «propone una delle pagine più tragiche del pensiero scientifico e culturale del nostro paese, l'assassinio mediante condanna al rogo di Giordano Bruno, uno dei massimi geni della storia della cultura occidentale». Ecco che Giordano Bruno in un attimo diventa da mago a paladino del mondo scientifico e genio culturale. Come, riporta pure il celeberrimo studioso di storia delle religioni (non un dilettante allo sbaraglio come Augias) Mircea Eliade, afferma: «Se Giordano Bruno accolse con tanto entusiasmo le scoperte di Copernico [canonico cattolico], fu anche perché riteneva che l’eliocentrismo avesse un profondo significato religioso e magico; quando si trovava in Inghilterra Bruno profetizzò il ritorno imminente della religione magica degli antichi Egizi quale veniva descritta nell’Asclepius. Bruno interpretava lo schema copernicano come il geroglifico dei misteri divini» (Mircea Eliade, "Storia delle credenze e delle idee religiose", Bur, vol.III, p. 279). Giordano Bruno, lungi dall'avere un "genio scientifico", era uno dei tanti maghi del Cinquecento che credeva nell’oroscopo e nel determinismo delle stelle, e che vide nell’eliocentrismo non una dottrina scientifica, un fatto astronomico, ma la conferma della sua visione magica, astrologica, che contemplava una eliolatria animista di stampo egizio. Sullo stesso argomento ha scritto Matteo D'amico nel suo saggio "Giordano Bruno. Avventure e misteri del grande mago nell'Europa del Cinquecento" (Piemme 2000). Lo stesso Agnoli ne ha parlato più approfonditamente a questo link: "Giordano Bruno: un grande mago spacciato per scienziato". Un interessante archivio sul celebre mago del sedicesimo secolo è raccolto sull'ottimo "sito Storia Libera". Concludiamo consigliando la lettura dell'opera della giornalista Rita Pomponio, Il Papa che bruciò Giordano Bruno (Piemme 2003), che aiuterà a capire cosa realmente accadde, senza intrusioni di revisionismi laicisti.



Luoghi di preghiera nell’Università di Barcellona? L’80% è favorevole.


A causa di proteste da parte dei rampolli del laicismo, all'Università di Barcellona si sta discutendo se sia lecito o meno che all'interno dell'Università di Barcellona ci sia spazio per la religione. Un sondaggio del quotidiano El Pais ha chiesto ai lettori di rispondere a questa domanda: «Siete d'accordo che ci siano cappelle cattoliche nelle università pubblica?».  L'80% ha risposto di essere favorevole (vedi i risultati). Alcuni studenti, per reazione, hanno tentato di bloccare l'accesso all'Università ai cristiani e cattolici, cercando anche di impedire la celebrazione della Messa. Sono così comparse delle guardie di sicurezza vicino all'ingresso della cappella della facoltà di Economia. L'Università di Barcellona ha rilasciato un comunicato nel quale spiega che «dal 1979, di comune accordo col consiglio di direzione, l'Università ha contribuito a realizzare un centro di assistenza e di formazione religiosa. Nel 1988 ha sottoscritto un contratto con l'Arcidiocesi con il quale si prevede l'utilizzo di luoghi di culto». Luoghi di preghiera per gli studenti che lo desiderano sono d'altraparte presenti nelle più importanti università del mondo (Harvard, Oxford, Cambridge, New York University ecc..).



Revocate definitivamente le licenze mediche di alcuni medici abortisti.


E' risaputo che i paladini dell'aborto si spendano non tanto per la libertà della donna (una mistificazione della sua libertà, tra l'altro) ma più per il business che vi sta dietro. Finché ovviamente non vengono scoperti. E' così accaduto che il noto medico abortista del Maryland, Steven Chase Brigham, ha definitivamente perso la sua licenza medica. Era stato sospeso dal Consiglio dei medici del Maryland dopo che diverse denunce erano state presentate contro di lui. Brigham, riporta LifeNews, ha infatti gestito un sistema illegale di aborto (ma molto redditizio) oltre le 36 settimane nel centro abortisto del New Jersey. Gli è anche accaduto di ferire gravemente una donna durante un'operazione abortiva ma ha evitato di chiamare l'ambulanza per non richiamare l'attenzione verso il suo centro abortivo, l'American Women's Services. Le autorità hanno fatto irruzione nel centro di Brigham e hanno scoperto i resti di 35 bambini abortiti tardivamente inseriti in grandi vasi di vetro. Un portavoce del mondo pro-life, Cheryl Sullenger, ha dichiarto che «il caso Brigham è solo un esempio in un settore dove questo tipo di comportamento è la norma e non l'eccezione. Dobbiamo ancora trovare un abortista che non viola la legge». Assieme al suo centro ne sono stati chiusi altri quattro per violazioni simili e anche diversi suoi collaboratori si sono visti sospendere definitivamente la licenza medica.

venerdì 17 dicembre 2010

Il dott. Zangrillo: «sono assolutamente certo che Eluana Englaro è stata uccisa».


Durante la trasmissione Matrix dell'8/12/10 il dottor Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Cardio-Toraco-Vascolare presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, ha preso posizione sull'eutanasia e sul caso Engalro. Si sapeva già che Zangrillo (come tanti altri) non fosse allineato col pensiero radicale, ma le parole che ha pronunciato sono andate aldilà di qualsiasi previsione. Leggiamo su -Libertà e Persona- che il tema della trasmissione era il cosiddetto “fine vita” e in studio erano anche presenti la radicale Rita Bernardini (quella che ha strumentalizzato il suicidio di Monicelli per far passare l'eutanasia come legge), Paola Binetti, il cronista Pino Ciociola, lo scrittore Cavallari e il senatore del PD Ignazio Marino (il quale si è dichiarato in trasmissione "pro testamento" ma "contro l'eutanasia" e "contro il suicidio assistito", facendo arrabbiare la sua collega Bernardini). Rispondendo a quest'ultimo, il quale come al solito ha elogiato il ruolo del testamento biologico, il dott. Zangrillo ha risposto che in trent’anni di attività non ha mai staccato una volta il respiratore ad un paziente, nemmeno in casi di malati terminali, per la semplice ragione che esistono altre modalità – per esempio la graduale sospensione della somministrazione di farmaci – per evitare ogni accanimento terapeutico ed accompagnare alla morte natuarale pazienti oramai prossimi al decesso. Zangrillo ha pure spiegato che, sulla base della sua trentennale esperienza medica (e non politica), che il testamento biologico non serve (vedi il filmato linkato più sotto dal minuto 31:50 al 36:00). Il dott. Zangrillo ribadisce il concetto dal minuto 42:30 al 43:50, quando spiega che non c'è alcun bisogno di staccare la spina, poichè si può benissimo evitare l'accanimento terapeutico senza dover arrivare al gesto estremo dell'eutanasia. Si passa poi a parlare del caso Englaro (vedi dal minuto 53:27), e il medico ha spiegato che la scienza non ha ancora stabilito (al contrario di Peppo Englaro e i suoi compagni radicali) se i casi come quello di Eluana siano irreversibili o meno. Ma è stato subito dopo il momento pubblicitario (si veda dal minuto 1:01:50) che il dottore genevose ha finalmente fatto emergere, senza troppi giri di parole ma con la precisione terminologica dello specialista, ciò che tutti in realtà sappiamo: «Eluana Englaro è stata uccisa». Zangrillo ha sottolineato di esserne assolutamente certo e di averne a lungo parlato con i suoi colleghi. E' stato un atto di ipocrisia, perché sottrarre alimentazione e idratazione significa, di fatto, praticare l’eutanasia, cioè uccidere. C'erano mille modi più semplici per far fuori questa ragazza, ma, grazie al consenso del padre e l'attivismo dei radicali, la si è voluta strumentalizzare per dimostrare l'esistenza del principio di autodeterminazione.

Il filmato integrale della trasmissione (dura quasi due ore) è possibile visionarlo a questo link: www.videomediaset.it.

Cattolici in Cina: 150 mila conversioni adulte ogni anno.


Il cattolicesimo diventa sempre più forte in Cina: circa 150.000 adulti ogni anno abbracciano la fede cattolica. La presenza dell'ateismo governativo, la mancanza di libertà religiosa, la persecuzione costante da parte delle autorità contro sacerdoti e vescovi, il silenzio della stampa e le campagne anti-religiose non sembrano affatto un motivo sufficiente per fermare la diffusione del cattolicesimo. In un'intervista per Aceprensa, Bernardo Cervellera, direttore dell'agenzia Asia News e missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), ha dichiarato: «Il degrado inevitabile derivato dalla corruzione dell'ideale comunista è uno dei motivi principali per la diffusione del cristianesimo. All'altra estremità troviamo principalmente l'attrattiva che ha il cristianesimo, preferita alla reincarnazione buddista e taoista». La situazione del cattolicesimo in Cina è sempre stata segnata dalla divisione tra la Chiesa "sotterranea" (fedele al Papa) e quella "patriottica" (legata al Partito comunista). Continua Cervellera: «Il più grande fallimento del Partito comunista è stata la politica religiosa. Nonostante i suoi sforzi per eliminare tutte le tracce del cristianesimo nel Paese la popolazione cinese si sente sempre più attratta dalla fede e in particolare dal cattolicesimo». Gli atei comunque rimangono i padroni dei media. Lo si è capito quando l'anno scorso (il 23 novembre 2009) quaranta uomini del governo hanno picchiato alcune suore dell'ordine delle Francescane Missionarie del Sacro Cuore della diocesi di Xian. E' accaduto perché hanno cercato di fermare la demolizione di una scuola diocesana che il governo aveva venduto illegalmente a una società di costruzioni. Nessun giornale cinese ha riportato la notizia, e sorprendentemente il popolare portale cinese di fede cattolica (www.chinacatholic.org), ha subito un black-out per diverse ore. Solo il 30 novembre ha potuto denunciare la vicenda con informazioni dettagliate. Un approfondimento sull'aumento massiccio dei cristiani in Cina è apparso anche su Italia Oggi.

La Bbc proietterà la storia della Natività nei giorni antecedenti al Natale.


Un racconto della storia della natività verrà proiettato dalla BBC One nei giorni che precedono il Natale. Non essendo proprio un'emittente capace di emanciparsi dalla moda laicista, la notizia appare di un certo interesse. Scritto e prodotto da Tony Jordan (creatore di "Life on Mars", "Hustle", "East Enders") e diretto da Coky Giedroyc, l'adattamento offre un ritratto fresco e rivitalizzante degli eventi che circondano la nascita di Gesù. La Natività andrà in onda in quattro episodi di 30 minuti ciascuna, da lunedi 20 dicembre a giovedi 23 dicembre. Ogni episodio avrà inizio alle 19:00. Durante questo orario solitamente si trasmette il programma One Show, che ha un ascolto medio di circa 5 milioni di telespettatori. Questo è il sito web della serie televisiva.

mercoledì 15 dicembre 2010

Ecco perché l’esplosione iniziale del cristianesimo (da 12 apostoli a 32 milioni in 300 anni).


Da 12 apostoli a 32 milioni in soli 350 anni. La cristianità esplose letteralmente nell'impero romano non solo in virtù della forza della sua dottrina. Non avevano grandi mezzi economici, non erano protetti dai potenti, e al contrario predicavano tra poveri e deboli. Eppure il cristianesimo divenne la religione più diffusa nell'Impero romano (e oggi la situazione non è cambiata). Su questi e altri argomenti ha ragionato con estrema lucidità uno dei più importanti sociologi delle religioni viventi, Rodney Stark, docente di Scienze Sociali presso la Baylor University del Texas. Lo ha fatto attraverso due consigliatissimi volumi: Ascesa e affermazione del Cristianesimo. Come un movimento oscuro e marginale è diventato il pochi secoli la religione dominante dell’Occidente (Lindau 2007) e La città di Dio. Come il cristianesimo ha conquistato l’impero romano (Lindau 2010). In entrambi i volumi -riporta Zenit.it- l’autore raccoglie le diverse testimonianze storiche per cercare di svelare il mistero del successo cristiano attraverso la rigorosa applicazione di metodi scientifici e strumenti sociologici. Analizzando e mettendo insieme le testimonianze scritte di autori del tempo, relative alle diverse città dove erano presenti comunità cristiane, Stark disegna una curva che mostra l’aumento del numero dei cristiani dall’anno 40, in cui erano 1000, al 350 quando arrivarono a 32 milioni. Secondo Stark, non fu Costantino a permettere la crescita della Chiesa cristiana, al contrario fu l’enorme crescita dei cristiani a convincere l’Imperatore che il cristianesimo avrebbe sostenuto e rafforzato il cosmopolita popolo romano e quindi l’impero.

Il regista Exitu: «su 5mila malati di Sla danno voce solo ai due che si vogliono far fuori».


Un’inquadratura «troppo stretta» sulla malattia. Una posizione ideologica all’insegna del «nichilismo gaio» già stigmatizzato dal pensatore Augusto Dal Noce. È  quanto afferma Emmanuel Exitu, regista bolognese, già premiato per il suo "Greater-defeating Aids" al festival di Cannes da Spike Lee, ad Avvenire.  Exitu sta ultimando un documentario dal titolo: «Io sono qui. Sette giorni d’appunti di vita di Mario Melazzini», il chirurgo di Pavia affetto da sindrome laterale amiotrofica con una scandalosissima voglia di vivere e di non farsi fuori. Il regista parla della trasmissione pro-etuanasia "Vieni via con me": «Sento rabbia rispetto a quanto visto da Fazio e Saviano. Mi ribello perché su 5mila malati di Sla in Italia, ce n’è uno che si è voluto far ammazzare e due ci stanno pensando. Ma ce ne sono 4.497 che hanno scelto di vivere! Insomma, quelli di "Vieni via con me" hanno tenuto l’inquadratura troppo stretta su un caso chiudendo i microfoni rispetto agli altri: se l’avessero allargata a persone come Stefano Borgonuovo (l’ex calciatore della Fiorentina affetto da Sla, ndr) sarebbero rimasti sconvolti. Saviano e Fazio hanno parlato di realtà, i casi Welby ed Eluana, che hanno le loro ragioni, che posso non condividere, ma costituiscono solo un pezzetto della realtà: perché non hanno inquadrato tutto il resto?». Si risponde da solo dicendo: «Si dice che fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce. Invece in questo caso, se li si volesse ascoltare, sono gli alberi della speranza che fanno rumore. Ma non li si vuole vedere né prendere in considerazione. Gente come Melazzini o Saverio, un altro malato di Sla che parla solo tramite il pc, ci mettono in discussione, sfidano il nostro modo di vivere futile, addormentato ed accomodante. Ci fanno paura». Il documentario uscirà in primavera.

E’ fallito il Grupo Prisa, l’impero mediatico spagnolo socialista e anticristiano.


Il Grupo PRISA, l'impero mediatico spagnolo fondato da Jesus de Polanco, dominato dall'ideologia socialista, furiosamente anti-cristiano e laicista, è oggi tecnicamente fallito. La situazione già al 10 novembre era disperata: doveva più del doppio di quello che guadagnava (6,496 milioni di debito). Alla fine è stato reso pubblico in questi giorni dalla CNN (ripreso da Religion En Libertad), che la sua attività chiuderà il 31 dicembre 2010. Il Gruppo Prisa è l'editore dell'emittente Canal +, che l'anno scorso, in coincidenza con il Natale, aveva mandato in onda la ricetta per cucinare un Crocifisso al forno (imburrato e scaldato nel forno). Numerosi sono stati poi i dossier creati artificialmente contro la Chiesa e contro Benedetto XVI, in particolare rispetto alla questione pedofilia. Più volte in questi anni alcuni arcivescovi spagnoli hanno sollevato polemiche contro le trasmissioni palesemente anticristiane che il Grupo PRISA mandava in onda. Lo storico Ricardo de la Cierva ha dichiarato che sia il premier Zapatero che il Gruppo Prisa si ispirano alla massoneria (da Il templare.com).


martedì 14 dicembre 2010

Nasce un nuovo centro pro-life a Roma.


Accanto alla Basilica di Sant’Anastasia, nel centro di Roma e a due passi dal Vaticano, è stato costituito il 13 novembre scorso il terzo Centro di Aiuto alla Vita (CAV) della Capitale che il 4 dicembre ha inaugurato la sua sede di piazza S. Anastasia 1. Alla cerimonia di “avvio lavori” del CAV hanno partecipato l’ing. Roberto Bennati, Presidente di Federvita Lazio e Vicepresidente del Movimento per la Vita italiano, don Alberto Pacini, Rettore della Basilica di Sant’Anastasia e il presidente del neo-nato CAV, Anna Spurio Consoli. Rispondendo ad alcune domande di Zenit.it, la Consoli ha dichiarato: «Negli anni '70 in Italia i radicali e le sinistre lanciarono una forte offensiva contro la famiglia e la vita, raggiungendo molti dei loro obiettivi, nella cultura e nella legislazione nazionale. D’allora, però, persone di ogni ceto e di ogni provenienza si sono organizzate per contrastare questa crescente cultura della morte. Fra questi, i tanti che hanno dato vita ai CAV, che sono associazioni di volontariato, oggi ne lavorano in Italia circa 300 in Italia, ed hanno salvato almeno 120.000 tra bambini e bambine dall’aborto. Hanno dato vita a grandi opere sociali, di aiuto alle famiglie, alle donne incinte, alla vita, fra cui soprattutto il Progetto Gemma ed il Telefono SOS Vita. L'aiuto che intendiamo offrire è morale (colloqui, condivisione) e materiale (vestiti per la mamma ed il bambino, pannolini, latte in polvere, passeggini, ecc…), finalizzato ad evitare in tutti i modi la tragica “scelta” dell'aborto. Il nostro CAV, non è dipendente dalla Chiesa cattolica o da altra organizzazione religiosa, ma si ispira ai principi dell'etica naturale e cristiana ed ai valori di solidarietà ed umanità nel pieno rispetto della vita umana, fin dal suo concepimento. E’ poi, logicamente, anche un’associazione apartitica e che non persegue fini di lucro: tutte le prestazioni degli aderenti e le cariche sociali sono gratuite. Al CAV, come è scritto nello Statuto, è vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione comunque denominati, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell'associazione stessa, a meno che la destinazione o la distribuzione siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre organizzazioni che perseguano le stesse finalità». I contatti dell'associazione sono: telefono: 347/55.33.452 ed e-mail: cavsanastasia@libero.it. Il sito web del CAV di Roma invece si può raggiungere su www.cavroma.blogspot.com

Benito Mussolini: ecco tutto l’anticlericalismo del famoso ateo.


Abbiamo già avuto modo di sottolineare l'incredibile coincidenza che vede i peggiori uomini di ogni Stato abbracciare l'ateismo o l'anticristianesimo. Citando i più famosi...in Russia è indelebile l'operato degli atei Stalin & Lenin e a Cuba è nota la repressione del dittatore ateo Castro. Il peggior uomo vissuto in Albania è  invece certamente l'ateo Enver Hoxha; in Romania l'ateismo ha partorito Nicolae Ceauşescu, mentre in Jugoslavia ovviamente il triste primato spetta all'ateo Tito. Andando in Cina abbiamo la terribile coppia atea Mao & Deng Xiaoping e i loro colleghi Nordcoreani sono gli atei Kim Il-sung e Kim Jong-il. In Cambogia l'uomo più crudele è senz'altro stato il dittatore ateo Pol Pot, in Germania c'è il pagano e anticristiano Hitler, mentre in Polonia chi non ricorda le crudeltà dell'ateo Mátyás Rákosi?;. In Serbia ovviamente citiamo l'ateo Milosevic e così via... E in Italia? Anche qui l'ateismo ha partorito dei geni del male, qualcuno per caso non conosce Benito Mussolini?

Su Il Foglio di qualche giorno fa è stato pubblicato un articolo (ripreso dal sito Libertà e Persona) in cui si capisce bene che tipo di rapporto c'era fra il Vaticano e Mussolini. Fin da subito (inizi del Novecento) uno dei peggiori anticlericali italiani scriveva: «O preti, non è lontano il tempo in cui cesserete di essere inutili e falsi apostoli di una religione bugiarda e in cui, lasciando al passato la menzogna e l’oscurantismo, abbraccerete la verità e la ragione, e getterete la tonaca alla fiamma purificatrice del progresso». Mussolini-, amante del socialismo, del progresso, della “ragione” (del razionalismo?), contro l’oscurantismo dei credenti, viene accolto in uno dei suoi viaggi a Trento come grande oratore, “versato soprattutto in anticlericalismo”. Occorre solo eliminare i nemici, gli avversari, coloro che si oppongono al trionfo del bene, all’ “internazionalismo”, all’ “anti-religiosismo”, all’ “affratellamento dei popoli”. Questi nemici sono la Chiesa, il militarismo, il “morbus sacer” del nazionalismo, l’ “Austria guerrafondaia”, guidata da un sovrano ridicolmente cattolico, e i militaristi germanici. Per il giovane rivoluzionario a succhiare il sangue del popolo italiano c’è la Chiesa, “grande cadavere”, “lupa cruenta”, “covo di intolleranza”, e i suoi preti, “pipistrelli”, “sanguisughe”, “pallide ombre del medioevo”, “sudici cani rognosi”, che vogliono mantenere il popolo nell’ignoranza. Le vicende di Galilei e di Giordano Bruno -continua Mussolini- sono lì a dimostrare chi sono i nemici della ragione e del progresso. Eppure, prosegue, oggi Marx ci ha finalmente aperto gli occhi, ci ha rivelato che Dio non esiste, e con lui Darwin, che ha dato un grosso colpo alle teorie della Bibbia, tanto che “nessun altra dottrina ha avuto portata maggiore di quella del grande naturalista inglese”. Da buon ateo materialista descrive poi l'amore come “una grandissima cosa: ma non è poi solo e non è tutto. E’ un mezzo per conservare la specie”. Nel romanzo Orkinzia, parla di “suore infami” che fanno violenza “su fanciullette ignude, incatenate, con le braccia dietro la schiena”. I preti, poi, sono orride creature che passano “ributtanti malattie veneree” ai bambini, come “porci in veste talare che pullulano ogni giorno nelle cronache dei giornali come funghi schifosi ammorbanti l’umanità coi loro fetori”.

Nazareth potrebbe diventare “patrimonio dell’umanità”.


Rivolgendosi a Zenit.it, Omar Massalah, musulmano e segretario del Mediterranean Peace Forum ha dichiarato di essere l'autore della proposta di chiedere all'UNESCO la dichiazione di Nazareth come "patrimonio mondiale dell'umanità". Ha espresso anche la propria intenzione di parlare dell'iniziativa con i Paesi arabi. La proposta è avvenuta durante il primo colloquio internazionale dedicato alla città di origine di Gesù Cristo, sul tema “Nazareth: archeologia, storia e patrimonio culturale”, svoltosi dal 21 al 24 novembre presso l'hotel Al-‘Ayn di Nazareth. Vi hanno partecipato il sindaco di Nazareth, Ramiz Jaraisy, l'ambasciatore di Francia in Israele, Christophe Bigot, e il vicario patriarcale per Israele, monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo. L'iniziativa è stata organizzata dall'Associazione Maria di Nazareth, dal Centro Internazionale Maria di Nazareth e dall'Associazione di Nazareth per la Cultura e il Turismo, con il sostegno della Commissione israeliana per l'UNESCO, del Centro Culturale francese di Nazareth e del Centro Culturale italiano di Haifa.


lunedì 13 dicembre 2010

Impennata di vocazioni sacerdotali in Inghilterra e Galles.


Mentre la Chiesa e le vocazioni stanno aumentando velocemente nel resto del mondo, l'Europa occidentale rappresenta un'eccezione. Eppure sembra ci sia una ripresa: le chiamate alla vita sacerdotale in Inghilterra e Galles infatti, sono le più alte degli ultimi dieci anni. Così il monaco benedettino Christopher Jamison, nominato due mesi e mezzo fa direttore dell’Ufficio nazionale delle vocazioni, noto per i suoi programmi con la BBC, “The monastery” e “The big silence”, commenta i nuovi dati sulle vocazioni per Agenzia Sir. Secondo i numeri, 56 uomini hanno cominciato il loro viaggio verso il sacerdozio quest’anno, una cifra record per gli ultimi tempi. Il merito sembra essere dei “discernment groups”, gruppi che aiutano a esplorare la possibilità di una vocazione in un modo diverso rispetto al passato. Quest'estate a Birmingham è stato organizzato un festival dal titolo “Invocation” per promuovere una cultura della vocazione. Hanno partecipato circa trecento giovani dai 16 ai 35 anni. L’evento è stato così popolare che verrà ripetuto il prossimo anno. «Stiamo anche diffondendo materiale nelle scuole e i responsabili dei giovani stanno sviluppando nuovi approcci per diffondere il Vangelo. A Birmingham diverse scuole mi hanno invitato a parlare agli alunni e penso che qualche nuova iniziativa interessante uscirà da questi incontri», ha continuato padre Jamison.


Philip Skell, pionere della chimica carbene: «la moderna teoria di Darwin è poco utile all’evoluzione».


Il 21 novembre 2010 la scienza ha perso un'importante e coraggiosa voce. Si tratta del chimico Philip Skell, membro della US National Academy of Sciences (NAS) e dal 1977 Professore Emerito alla Pennsylvania State University. Il suo lavoro, si legge sul sito del Discovery Institute, si è concentrato sullo studio delle molecole carbene e per questo è stato più volte chiamato il "padre della chimica carbene". Con il passare degli anni è diventato uno scettico dell'evoluzione neo-darwiniana, l'argomento più ideologicamente strumentalizzato della storia in chiave antireligiosa. E' ormai rimasto l'unico baluardo dell'ateismo scientifico, ma nel corso degli anni celebri evoluzionisti (oltre ai fautori dell'insensato "creazionismo") se ne stanno sempre più discostando. Anche Skell non ne negà mai la fattualità, ma la sua posizione principale si riassume nell'inutilità del darwinismo. Il chimico si chiese se l'evoluzione darwiniana, cavallo di battaglia per personaggi come Dawkins e Dennet, era davvero fondamentale per la sua ricerca nello sviluppo di farmaci antibiotici. Paragonandosi con molti altri bioscienziati rilevò che nessuno di loro aveva fatto affidamento all'evoluzione darwiniana nel loro lavoro. Ha così pensato di indagare la storia dei Premi Nobel, non trovando un solo vincitore per il quale l'evoluzione darwiniana aveva direttamente dettato le ricerche. In un articolo del 2005 pubblicato su The Scientist, Skell ha reso noti i risultati di un sondaggio svolto fra 70 scienziati di media-alta importanza, ai quali veniva posta la domanda se la teoria di Darwin guidasse realmente la loro ricerca. «Le risposte erano tutte uguali: No». Skell dichiarò che in molti settori della ricerca biologica «la teoria di Darwin non aveva fornito alcuna indicazione percettibile ma veniva accolta come un racconto d'interessante brillantezza». Disse inoltre: «La forma moderna della teoria di Darwin non fornisce un euristica feconda nel campo della biologia sperimentale. Questo diventa particolarmente evidente quando ci si confronta con il modello atomico. Niente di tutto questo dimostra che il darwinismo è falso, tuttavia ciò signfica che quel che si vuol far passare come la pietra miliare della moderna biologia sperimentale sarà accolta con tranquillo scetticismo da un numero crescente di scienziati impegnati in campi in cui le "pietre miliari" devono poi dimostrarsi realmente innovazioni tangibili».  E' possibile consultare un articolo di Skell su The Scientist. Verso fine novembre l'Università di New York ha pubblicato un articolo sul suo sito in cui affermava: «la teoria di Darwin non è più sostenuta dalla geologia» (vedi Ultimissima 19/11/10).

Stati Uniti: un altro centro abortista costretto a chiudere.


Il Planned Parenthood (l'ente abortista più grande del mondo) del New Jersey ha chiuso un altro centro grazie al governatore Chris Christie, il quale ha tagliato i finanziamenti al business dell'aborto. Il Planned Parenthood ha anche annunciato la prossima chiusura di un altro centro abortista nel New Jersey centrale. «Ci dispiace sinceramente dell'impatto che tale decisione avrà sulla comunità e sugli individui in questa area di servizio», ha dichiarato Triste Brooks, Presidente di Planned Parenthood del New Jersey. Questo, continua LifeNews, è il secondo centro di Planned Parenthood costretto a chiudere grazie al governatore Christie. «E' un momento molto frustrante e sconcertante per noi», ha continuato Brooks. Probabilmente però è solo l'inizio, dopo i risultati incoraggianti delle ultime elezioni di Medio Termine (vedi Ultimissima 4/11/10) infatti, la pacchia per la cultura della morte sembra stia finendo.


venerdì 10 dicembre 2010

L’ecografia 4D mostra il feto per quello che è: ecco l’ultima arma dei pro-life.


Esiste ormai da qualche tempo l'ecografia in 4D, la quale unisce all'ecografia tridimensionale (3D) la dimensione del tempo e permette dunque di visualizzare il movimento del feto nel grembo materno. Grazie alla nuova tecnica, il pioniere delle ecografie 4D, il professor Stuart Campbell, della Create Health Clinic a Londra, ha dimostrato che già dalla 12esima settimana della gestazione (cioè ancora prima che la madre se ne possa rendere conto) il feto comincia a muoversi e a stiracchiarsi. Dalla 18esima settimana in poi, il piccolo comincia ad aprire gli occhi e dalla 26esima settimana presenta già alcuni comportamenti 'tipici' del bebè: sorride, piange e ha il singhiozzo. Al “mondo segreto” del bambino nel grembo materno, il professor Campbell ha dedicato d'altronde un libro, “Watch Me Grow”. La 4D, riporta Zenit.it, permette alle donne incinte dunque di vedere i tratti del loro figlio ancora prima della nascita, ciò aiuta a considerare meno il bimbo come un grumo di cellule ed instaurare o a rafforzare il rapporto tra madre e figlio. Le donne - in particolare quelle più giovani - si rendono conto che il feto in grembo è un bambino in tutti i sensi, solo che non è ancora nato. Proprio questo aspetto spiega perché le ecografie di ultima generazione, fra cui anche i cosiddetti “sonogrammi” (permettono anche di sentire il battito cardiaco del feto), sono diventate un'arma potente e vincente nella lotta contro l'aborto. Donne incinte che si recano ad un consultorio per un'interruzione della gravidanza, cambiano idea quando vedono le immagini del piccolo. Secondo l'associazione cristiana Heidi Group, nei consultori dove vengono effettuati i sonogrammi fino al 90% delle donne che pensano all'aborto cambia opinione e decide di rinunciare all'intervento (da The New York Times, 2 febbraio 2005). Il cristianesimo parte sempre dai fatti, dalla realtà per affermare la verità, così gruppi pro-vita, come l'organizzazione evangelica Focus on the Family, nel Colorado, e chiese cristiane, come la Southern Baptist Convention, hanno lanciato programmi per aiutare i consultori ad acquistare i costosissimi macchinari per effettuare sonogrammi o ecografie 4D. Negli USA, l'impatto “salvavita” di sonogrammi ed ecografie 4D ha indotto tutta una serie di Stati a votare legislazioni anti-aborto, sia aiutando finanziariamente l'attività svolta dai consultori pro vita sia introducendo l'obbligo di realizzare un'ecografia del feto prima di un aborto. Ad esempio, in almeno tre Stati, cioè Alabama, Louisiana e Mississippi, i medici devono mostrare l'esito dell'ecografia alla donna che vuole abortire. Nella scorsa primavera, è entrata in vigore una tale legislazione nell'Oklahoma. La norma richiede fra l'altro che le donne devono ascoltare una descrizione dettagliata del bambino o feto (da The New York Times, 28 aprile 2010).

Scoperti nuovi documenti e operazioni segrete su Pio XII, nazismo ed ebrei.


Le rivelazioni storiche più recenti confermano la posizione espressa nel suo ultimo libro da Papa Benedetto XVI su Pio XII e il suo sostegno agli ebrei perseguitati. Il 17 novembre, il Papa ha ricevuto il fondatore della “Pave the Way Foundation” (PTWF), Gary Krupp, ebreo, che gli ha consegnato nuove rivelazioni storiche a conferma di questa posizione. In alcune dichiarazioni a ZENIT, Krupp ha dichiarato che attraverso la sua fondazione e il suo sito web, «la controversia che dura da 46 anni sul pontificato di Papa Pio XII possa essere risolta. Finora la PTWF ha inserito oltre 40.000 pagine di documenti, articoli e interviste a testimoni oculari, materiale originale, relativo a questo periodo storico». Krupp ha anche presentato al Papa il libro della PTWF “Papa Pio XII e la II Guerra Mondiale. La Verità Documentata”, appena pubblicato in ebraico. Il testo, di agevole lettura, contiene numerosi documenti, articoli e interviste notevoli che permettono al lettore di giungere a una conclusione su quel periodo controverso. E' il primo libro scritto da ebrei in ebraico su Papa Pio XII basato su documenti originali piuttosto che su teorie speculative e discutibili. Krupp ha anche presentato al Papa una serie di testimonianze autenticate degli sforzi personali di Papa Pacelli per salvare la vita agli ebrei. E' stato inoltre presentato a Benedetto XVI il libro del professor Ronald Rychlak (editorialista del The Washington Post e The Wall Street Journal): “Hitler, la Guerra e il Papa”, insieme al testo inedito “The framing of Pope Pius XII”. E' stato scritto da Rychlak e da Mihai Ion Pacepa, l'agente del KGB di più alto rango ad aver mai disertato. Quest'ultimo descrive le operazioni della rete di disinformazione del KGB e il piano denominato “Seat 12”, volto a infangare la reputazione di Papa Pio XII e a scavare un solco tra il mondo cattolico e quello ebraico. Il piano, ordinato dall'ateo Nikita Kruscev, mirava ad attaccare la Chiesa cattolica e la reputazione di Papa Pio XII. Lo abbiamo già fatto, ma per chi volesse approfondire suggeriamo anche il bellissimo testo "La leggenda nera del Papa di Hitler" (tradotto letteralmente dall'inglese sarebbe: Il mito del Papa di Hitler: come Papa Pio XII salvò gli Ebrei dai nazisti), scritto nel 2005 dal rabbino e storico statunitense David Gil Dalin (su Wikipedia una breve recensione).

La Chiesa e le vocazioni crescono abbondanti anche in Guinea-Bissau.


«Negli ultimi anni assistiamo ad una ‘corsa’ per ricevere i sacramenti e pensiamo che sia necessario rivedere il cammino catechistico». Queste le parole di suor Maria Auxiliadora Queiroz Motta, missionaria dell’Immacolata, responsabile della Commissione Inter-diocesana della Catechesi in Guinea-Bissau all'Agenzia Fides. Per questo i rappresentanti delle diocesi di Bissau e Bafata si sono riuniti presso il Centro di spiritualità di Ndame, per concludere la stesura di un Documento che riguarda il cammino dell’iniziazione cristiana in Guinea Bissau. Cesar Ignacio Viera, catechista della parrocchia di Nostra Signora del Soccorso, a Bissau, che svolge questo servizio da 24 anni, condivide l’impressione che la comunità cattolica stia attraversando un buon momento: il fatto che le persone vadano alla ricerca della Chiesa è una cosa molto buona, che non avveniva 20 anni fa. In tutte le parrocchie il numero delle persone iscritte alla catechesi è molto elevato, circa tre cattolici su quattro frequentano la catechesi. Il tutto conferma le parole del Vescovo di Bafata, Mons. Pedro Zilli, il quale il 4 giugno ha definito quest'anno come «un momento di grazia e di abbondanza per il numero di sacerdoti ordinati nella Chiesa della Guinea Bissau». I numeri indicano la crescita della Chiesa locale e la risposta, nella fede, delle famiglie cristiane.


giovedì 9 dicembre 2010

Paolo Villaggio e l’atesimo perfetto: «credo nella magia e nel suicidio».


Paolo Villaggio è intervenuto all'interno della trasmissione «Un giorno da pecora» di Radio 2. Il povero signorotto 80enne, invecchiato cinicamente come la sua creatura Fantozzi, ha pensato di utilizzare l'occasione per sbrodolare la sua accanita anticlericalità. Ripetendo pedissequamente certe litanie care al duo fantozziano Pannella/Bonino ha accusato la Chiesa nientepopodimeno di antichità, di avere ancora filosofia medioevale su tutto: «eutanasia, preservativi e via dicendo. Se non si rinnova, muore». L'unico moribondo in realtà sembra proprio lui, e -forse per rinnovarsi- attacca anche Benedetto XVI: «Questo Papa, che parla molte lingue - soprattutto il tedesco - senza dubbio se comparisse sul balcone di piazza San Pietro con la sua voce ma vestito come Himmler farebbe svenire di paura molti ebrei». Il moribondo bavoso di rabbia è stato subito interrotto dal  ministro Gianfranco Rotondi, anche lui presente alla trasmissione: «Questa è una provocazione inaccettabile. C'è un limite all'ironia - ha detto - Lei non ha il diritto di mancare di rispetto nei confronti del Pontefice e degli ebrei, che sono morti davvero». Ma non è certo finita qui. L'incontenibile Villaggio, continua Il Tempo, ha poi continuato con molta coerenza rispetto al suo ateismo: «Sto pensando seriamente al suicidio, so già la data della mia morte, me l'ha detta una maga russa. Ha rivelato a una decina di miei amici la data della loro morte con 20 anni di anticipo». Ecco l'incarnazione dell'ateo moderno perfetto: accuse noiose e fantozziane alla Chiesa e al Pontefice, una vita depressa, nostalgica e priva di valore tanto da non desiderare altro che suicidiarsi, e la fede -assolutamente non in Dio (per l'amor del cielo!!)- ma nella magia, nei maghi, magari nell'astrologia e perfino nella certezza morale degli extraterrestri (come ad esempio dice la sua collega nonna, Margherita Hack). Sono così in tanti a dimostrare che l'ateismo non esiste più (e forse non è mai esistito): chi sceglie di non voler credere a Dio si ritrova a dover credere in altri idoli, altre divinità (la magia, la scienza, la politica, il lavoro, il denaro ecc...) che rispondano all'esigenza di significato della vita. E se non funzionano? Suicidio collettivo, è chiaro. Un articolo molto ironico è anche apparso su Libero.


Ecco i 7 inganni di Roberto Saviano e Fabio Fazio sull’eutanasia di Welby e Eluana.


L'argomento è così importante che andiamo avanti a parlarne, anche se i fatti sono avvenuti il 15 novembre 2010. Andò infatti in onda la seconda puntata di Vieni via con me, condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Un frullato di luoghi comuni e gravi 'inesattezze' fatte passare per verità indiscutibili. Nella seconda parte i due laicocomunisti hanno dato ampio spazio alla promozione dell'eutanasia, invitando la moglie di Piergiorgio Welby e il padre di Eluana Englaro. Il tutto "benedetto" da un pretaccio idiota come don Antonio Gallo. Ma vediamo come si possano ingannare milioni di telespettatori...

Nasce un nuovo quotidiano online cattolico: la Bussola Quotidiana.


Ieri è nato La Bussola Quotidiana (BQ), un quotidiano online di opinione, il cui scopo e' offrire ''una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti del giorno". La nuova testata, raggiungibile al sito www.labussolaquotidiana.it nasce dall'amicizia di alcuni giornalisti cattolici consolidatasi intorno all'esperienza del mensile ''Il Timone''.. La squadra raccoglie veramente grandi nomi e per questo il quotidiano si preannuncia una novità molto interessante, oltre al direttore responsabile, il vaticanista de ''Il Giornale'' Andrea Tornielli, c'è Vittorio Messori come direttore editoriale. Tra i collaboratori figurano Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, Luigi Negri, vescovo di Rimini e San Marino, Robi Ronza, Massimo Introvigne, Giorgio Torelli, Gianfranco Fabi, Rino Cammilleri, Paolo Rodari, Claudio Risè, Vincenzo Sansonetti, Saverio Gaeta, Francesco Agnoli, Carlo Bellieni, Bernardo Cervellera, Mario Palmaro, Giacomo Samek Lodovici, Piero Gheddo, Giorgio Carbone, Roberto Marchesini e Gianni Valente. A questo indirizzo si può trovare una sintesi dell'incontro che alcuni di questi giornalisti hanno avuto con la stampa.

lunedì 6 dicembre 2010

Insegnamento religione cattolica scelta dal 90% degli studenti nel 2009-2010

La presidenza della Cei ha diffuso un messaggio in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) nell’anno scolastico 2011-2012: «Siamo persuasi che la dimensione religiosa è costitutiva dell’essere umano e che l’insegnamento della religione cattolica può aiutare i giovani a interrogarsi e riflettere, per elaborare un progetto di vita capace di arricchire la loro formazione, con particolare riferimento agli aspetti spirituali ed etici dell’esistenza, stimolandoli a interpretare correttamente il contesto storico, culturale e umano della società, in vista del loro coinvolgimento nella costruzione della convivenza umana». Alcuni dati -riportati su Avvenire- sono stati accompagnati a questo messaggio: nell’anno scolastico 2009-2010, l'insegnamento della religione cattolica è stato scelto dal 90% delle famiglie e degli alunni delle scuole statali (si sale al 90.80% se si tiene conto anche di quanti frequentano scuole cattoliche). Questo alto tasso di adesione, per la Chiesa italiana «attesta la forza di attrazione di questa disciplina, di cui gli stessi avvalentisi sono i testimoni più efficaci. Proprio a questi studenti e alle loro famiglie chiediamo di incoraggiare positivamente quanti non l’hanno ancora scelta, affinché scoprano la ricchezza della dimensione religiosa della vita umana e la sua valenza educativa, finalizzata al pieno sviluppo della persona». I dati sono confermati dall'Osservatorio socio-religioso Triveneto che fra pochi giorni pubblicherà quelli del 2010-2011: la decisione di avvalersi dell'Irc è stata scelta dal 92,5% dei bambini (famiglie) della scuola dell'infanzia, e dal 93,7% da quelli della scuola primaria. Nella scuola media i dati si aggirano attorno al 91,6%. Gli studenti della scuola superiore che hanno scelto di partecipare all'ora di religione -continua un altro articolo di Avvenire- sono l'83,5%. Nei licei è scelta dall'86,6%, mentre si scende all'82,6% negli istituti tecnici e 79,8% nei professionali. I dati nelle scuole superiori sono molto positivi poiché rimangono alti nonostante la possibilità di entrata/uscita (utilizzata dal 42,5% degli studenti che non desiderano partecipare all'Irc, mentre gli altri preferiscono l'ora alternativa).

Il silenzio pubblico di Pio XII fu in realtà una strategia molto intelligente.


Per fortuna la leggenda nera nata attorno a Pio XII si sta sgretolando col passare degli anni. Sono sempre più le prese di posizione degli storici a favore della sua persona e di ciò che veramente fece. Anche perché negli archivi Vaticani e di mezza Europa si continuano a trovare documenti fondamentali. Ad esempio Avvenire annuncia che lo storico gesuita Giovanni Sale, in un articolo di prossima uscita su «La civiltà cattolica», ha rivelato nuovi elementi nel testo della lettera inviata da papa Pacelli il 3 gennaio 1943, tramite la nunziatura di Berlino, al cardinale Adolf Bertram, presidente della Conferenza episcopale tedesca di Fuldai. Scritta in tedesco personalmente dal Pontefice, è stata finora conservata negli archivi della Santa Sede. In essa si rileva con toni accorati che «l’ultimo decennio di vita, di sequela e di attività cattoliche sul suolo tedesco, è una "via crucis" della quale l’amarezza e l’opera distruttrice nella sua intera impressionante entità soltanto da Dio sono conosciute. Un calvario, ma su di esso la forza d’animo della fede e della fedeltà alla Chiesa dell’attuale generazione si è dimostrata degna del suo eroico passato». Hitler infatti non nascondeva in alcun modo la sua volontà di estirpare la Chiesa cattolica e ridurre al silenzio quei pastori e quei sacerdoti e laici, che avevano alzato la loro voce – e non erano pochi – contro le crudeltà del regime, a cominciare dall’eutanasia verso le persone più deboli. La lettera fu recapita, come si legge in un appunto del nunzio Cesare Orsenigo, «per mezzo di persona privata», dato che se fosse arrivata nelle parrocchie e fatta conoscere ai fedeli, avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche. Per questo, il cardinale segretario di Stato, per esplicita volontà del Papa, affidava «completamente» al presidente della Conferenza episcopale tedesca «per la sua nota prudenza» il compito di valutare «se, come e quando convenga diffondere questa sua lettera tra il clero e il popolo di Germania» perché bisognava evitare che il pontefice «mentre infuria la guerra, intenda fare qualche cosa che possa nuocere al popolo tedesco». Bertram decise perciò di non pubblicare la lettera perché, a suo giudizio, conteneva «certe parole che potrebbero suscitare una fortissima ira sia nel governo, sia nell’episcopato».

Ordine e razionalità del cosmo: una delle prove filosofiche di Dio.


Le parole rivolte recentemente da Benedetto XVI alla Pontificia Accademia delle Scienze ricalcano perfettamente il punto di vista di molti scienziati. Infatti, lo scienziato investiga la natura «percependo una costante, una legge, un logos [cioè una razionalità nella natura] che egli non ha creato, ma che ha invece osservato». Questa constatazione -continua il filosofo Lodovici su Avvenire- può portare a svolgere un ragionamento (filosofico o prefilosofico) che arriva ad affermare l’esistenza di Dio. È un argomento su cui l’attuale Pontefice ha insistito varie volte, fin da quando era professore universitario, per esempio in quel capolavoro che è la sua Introduzione al cristianesimo (1968), e poi, da Papa, per esempio nel discorso di Ratisbona (2006).

Una delle prove di Dio che la tradizione filosofica ha elaborato parte proprio dall’ordine e dal finalismo del mondo. In altri termini -continua il filosofo-, la natura manifesta delle leggi e queste reclamano un Legislatore come condizione di possibilità, perché, per vari motivi, il caso non le può spiegare. La natura manifesta una razionalità che rinvia a una Ragione creatrice, cioè ad un Logos che la crea comprensibile alla nostra ragione umana e perciò la ragione scientifica può cimentarsi a indagarla. Per questo, mentre non rientra nel campo scientifico affermare l'esistenza dell'Architetto, lo è il ricercare ed individuare il suo progetto. È anche per questo motivo -ricorda Lodovici- che la maggior parte degli scienziati di tutti i tempi è composta da credenti (assai spesso cristiani), tra cui molti ecclesiastici: Galileo, Newton, Galvani, Volta, Heisenberg, Einstein, Maxwell, Fermi, Eccles e Carrel, e gli ecclesiastici Mendel, Stenone, Spallanzani, Mercalli e Florenskij....

venerdì 3 dicembre 2010

Una leader femminista e pro-choice definisce il feto umano un “tumore” da cui liberarsi.


La nota femminista pro-aborto Florence Thomas ha pubblicato un resoconto del suo aborto illegale, eseguito all'età di 22 anni. Durante il racconto si rivolge disumanamente al suo bambino non ancora nato chimandolo "tumore". La questione ha scatenato un putiferio negli Stati Uniti. Nel racconto la Thomas descrive la sua relazione fuori dal matrimonio: «Mi ricordo le notti di calore e amore. Amore ogni notte, amore a mezzogiorno, e l'euforia di avere il mondo nelle nostre mani. E sì, abbiamo anche corso dei rischi». Dopo la pacchia, il "rischio" inevitabilmente si è trasformò in realtà e una nuova vita cominciò germogliare nel ventre della Thomas, la quale intervenì immediatamente per sopprimerla. Si rivolse ad un medico abortista (il quale verrà espulso dall'Associazione di ginecologi). La Thomas continua il racconto e afferma che dopo l'intervento si sentì «sollevata, Un sollievo immenso. Questo tumore se n'era andato e io potei tornare a vivere». La Thomas, fondatrice del gruppo abortista "Donna e Società", si è anche detta convinta che sia l'amore della madre e il suo punto di vista a rendere il feto una "persona umana". Esclude quindi che esso possa avere uno status a sè, indipendente dal giudizio degli altri. Nella cultura laicista esistono molte donne che, come la Thomas, paragonano la gravidanza ad un'infezione. Così l'aborto diventa di conseguenza la medicina da prendere per estirpare il "tumore". La notizia è apparsa su LifeNews e sempre sullo stesso sito ma in un altro articolo, Matthew Hoffman definisce queste persone come "psicopatiche", poiché secondo gli specialisti «questa definizione è molto più ampia dell'immagine evocata dalla cultura popolare. Uno psicopatico è qualcuno che è fondamentalmente privo di empatia umana, che vede gli altri esseri umani come meri oggetti di manipolazione. Lo psicopatico, secondo i professionisti, è fondamentalmente egoista, incapace di trascendere il proprio senso personale di sé per riconoscere la dignità degli altri». Non poteva trovare una descrizione più adatta per i profeti della cultura anticristiana.

John Waters, editorialista dell’Irish Times, racconta la sua recente conversione.

John Waters è uno dei giornalisti e commentatori più apprezzati in Irlanda. E' l'editorialista di punta del The Irish Times e descrive la sua vita «da profugo a pellegrino», come recita il sottotitolo della sua appassionante autobiografia Lapsed Agnostic (Marietti, pagine 230, euro 22), di cui Avvenire ne presenta una recensione. Nella vicenda di Waters si nota la parabola di molta intellighenzja europea rispetto al cattolicesimo, transitata dagli sberleffi giovanili anticlericali del ’68 alla sofferta decisione di ritornare a casa: «Mi ha colpito molte volte il pensiero che nasciamo con un senso di Dio, ma poi veniamo convinti dal mondo e da noi stessi che è troppo bello per essere vero. Ci vogliono anni di punizione per ridurci a una condizione a causa della quale non ci viene lasciata altra opzione se non quella di riscoprire questo senso perduto». Il j’accuse del convertito Waters è ferocemente ironico verso quella che lui chiama "generazione Peter Pan", gli ex sessantottini ora ascesi nelle stanze del potere, culturale, mediatico, politico. Per i quali «Dio, essendo loro imposto da una generazione che sono giunti a disprezzare, dovrebbe essere abolito». Ma la morte di Dio, o meglio «l’assassinio di Dio perpetrato nella cultura post-sessantottina», non ha liberato l’uomo. «La mia esperienza mi dice che possiamo giungere a Dio solo non credendo in Lui. Possiamo trovarLo solo quando lo abbiamo rifiutato e siamo tornati, abbattuti, alla disperata speranza di esserci sbagliati». Dalla sua esperienza Waters trae poi linfa per nuovi giudizi circa l'importante valore pubblico della religione.



Vi regaliamo il bellissimo video dell'incontro svoltosi verso la fine di agosto 2010 durante il Meeting di Rimini, organizzato dal movimento ecclesiale di CL, in cui partecipano John Waters e Mary McAleese, Presidente d'Irlanda.

http://www.youtube.com/watch?v=RTrDdo94IF8


Grave sconfitta per la parrocchia atea degli Stati Uniti.


Importante sconfitta per la religione atea negli Stati Uniti. La parrocchia degli atei Freedom From Religion Foundation ha infatti intentato con grande fervore e dispendio economico una causa nel 2007 contro la recita del Pledge of Allegiance -una sorta di giuramento di fedeltà alla bandiera e alla Nazione- nelle scuole pubbliche. Il testo infatti contiene l'espressione "sotto Dio" (under God) e la pronuncia di queste parole provocherebbe improvvisi malori e rigurgiti laicisti a chi si è autoconvinto a non volerVi credere (stessa cosa succede a Pippo Odifreddi e ai suoi scagnozzi razionalsiti quando cantano: "che schiava di Roma Iddio la creò"). Ma la Corte d'Appello statunitense ha ovviamente confermato in questi giorni la piena costituzionalità della recita del Pledge of Allegiance. La legge tra l'altro consente a quei due o tre studenti contrari di rimanere in silenzio e stare seduti seduti e ovviamente impone di rispettare i diritti di quegli alunni che scelgono di parteciparvi. Il Christian Post rivela che quaranta membri del Congresso e più di 80.000 americani hanno presentato una memoria volontaria a sostegno della costituzionalità del Pledge. Il Centro americano per la Legge e la Giustizia (ACLJ) ha pubblicato un comunicato in cui afferma: «La decisione della Corte non solo conferma la costituzionalità del Pledge, ma respinge anche un altro tentativo infruttuoso della Freedom From Religion Foundation a distorcere la Costituzione con le sue difettose motivazioni». Ricordiamo che negli Stati Uniti, regno indiscusso della ricerca scientifica e della promozione di cultura sociale, in un recentissimo sondaggio -vedi Ultimissima 25/10/10-, il 95% delle persone ha affermato di credere in Dio (contro un 5% suddiviso tra atei e agnostici).

giovedì 2 dicembre 2010

Ricercatori americani: «il divorzio offre il doppio di probabilità di ictus ai figli».


L'1 dicembre di quarant’anni fa l’Italia usciva dalla famiglia ed entrava nell'individualità indifferente, nella crescita di monadi solitarie. Cessava di pensarsi e organizzarsi per famiglie e si emancipava pensandosi e organizzandosi per singoli. Il 1º dicembre del 1970 fu promulgata la legge del divorzio. Marcello Veneziani ha scritto un bellissimo editoriale su Il Giornale (che ci permettiamo di riprendere in forma quasi integrale) in cui afferma: «I radicali di Pannella furono l’avanguardia della battaglia sul divorzio, la madre di tutte le battaglie civili che poi seguiranno, aborto incluso. Meno famiglia ma più Stato, grazie a un pervasivo sistema pubblico. Le minigonne, gli hot pants e il mito del libero amore fecero da cornice leggiadra alla liberazione sessuale. L’Italia usciva dalla protezione parrocchiale, entrava sotto la protezione televisiva, libertaria e individualista». Segue poi un giudizio molto lucido: «Ma a costo di scandalizzare dirò che fu una conquista e una perdita. La testa fu la libertà, i diritti, l’emancipazione, l’autonomia, soprattutto per le donne. La croce fu che la famiglia cominciò a sfasciarsi come principio, fondamento, dovere, denatalità. Su questo ebbero ragione gli antidivorzisti; non era vero che il divorzio lasciava l’indissolubilità del matrimonio a chi voleva la famiglia tradizionale e dava la possibilità di scegliere diversamente a chi non vi si riconosceva. Perché la famiglia prese a sfasciarsi progressivamente, e lo sappiamo. Dite pure che era inevitabile, e aggiungete che fu un bene, se volete; ma non negate il nesso, non solo simbolico, tra il divorzio e la sfamiglia». Ogni legge porta con sè un cambiamento culturale, per questo non tiene la solita filastrocca dei pro-choice: si all'aborto (all'eutanasia, al testamento biologico ecc...) per chi lo vuole, mentre gli altri non sono per nulla obbligati. Veneziani conclude benissimo: «Tra le promesse mancate del divorzio ve ne sono tre vistose. La prima è che la famiglia è in crisi ma il «familismo amorale» è in auge e produce i suoi peggiori effetti. La seconda è che le violenze non sono diminuite con le separazioni, anzi a volte hanno esiti più tragici. La terza è che il divorzio non ha generato rapporti più franchi tra coniugi, senza le finzioni, i sotterfugi e le scappatelle delle nozze per sempre; anzi le ipocrisie, le frustrazioni, i tradimenti sono aumentati vertiginosamente. È facile sparlare della famiglia arcaica ante-divorzio e del suo assetto incompatibile con la libera modernità. Di solito si ricordano abusi e ipocrisie, il padre-padrone e la gerarchia domestica. Io vorrei ricordare che per ogni abuso c’erano cento casi di dedizione commovente, per ogni violenza c’erano cento sacrifici personali, per ogni etto d’odio c’era un quintale d’amore. Oggi assai meno. Quella struttura arcaica è irripetibile, merita solo giudizi storici e memorie sentimentali ma è alle nostre spalle. Non disprezziamo quel che è alle nostre spalle. Non sputate sui vostri padri e sulle vostre madri».

L’Unione Europea: «la difesa dei cristiani diventa da oggi una priorità».


Il filosofo ateo Bernard -Henry Lèvy aveva fatto un appello dalle colonne del Corriere della Sera il 17/11/10: «i cristiani formano oggi, su scala planetaria, la comunità più costantemente, violentemente e impunemente perseguitata [...] Esiste oggi un permesso di uccidere quando si tratta dei fedeli del "papa tedesco"? Un permesso di opprimere, umiliare, martirizzare? Ebbene no. Oggi bisogna difendere i cristiani». Sembra proprio che il Parlamento Europeo si sia deciso di dare ascolto all'ennesima presa di posizione. Così pochi giorni fa l’Europarlamento ha approvato, col voto di tutti i gruppi politici, una risoluzione che, condannando i massacri di cristiani iracheni, impegna i governi dell’Ue a premere sui dirigenti di Baghdad perché vengano intensificati «in modo drastico gli sforzi per proteggere i cristiani e le comunità più vulnerabili». Alla rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, viene chiesto di considerare una priorità la sicurezza dei cristiani e di comportarsi in conseguenza. Promotore dell’iniziativa, con il gruppo Ppe di cui fa parte, Mario Mauro che ha espresso «grande soddisfazione» per il voto. In una dichiarazione -ripresa da Avvenire- con il capofila degli eurodeputati Pd David Sassoli, Mario Mauro – che è presidente degli eurodeputati del Pdl, vicepresidente dell’Europarlamento e rappresentante dell’Osce per la lotta alle discriminazioni contro i cristiani – ha sottolineato che la risoluzione «esprime la forte unità dell’Assemblea in difesa dei diritti fondamentali, chiedendo al governo iracheno di agire subito per la difesa della comunità cristiana irachena e per la libertà di religione, ed è anche un chiaro impegno contro la pena di morte chiedendo la sospensione dell’esecuzione di Tarek Aziz». «Il dato politico importante – ha detto ancora Mauro – è che il Parlamento nella sua interezza, oltre a condannare con forza gli attacchi, chiede che venga ristabilito in Iraq lo stato di diritto sulla base del principio della libertà religiosa, che è alla base di tutte le altre libertà, alla base di ogni sistema democratico ed è contenuto nella Costituzione del Paese» (su Il Sussidiario lo stesso Mario Mauro descrive nei dettagli la questione).

Fenomeno «Les Prêtres»: tre sacerdoti e 500mila album venduti.


La band «Les Prêtres» («i sacerdoti») ha già venduto mezzo milione di cd ed è prima in classifica in Francia. La band è costituita da Padre Jean Michel Bardet, 46 anni, parroco; padre Charles Troesch, 27 anni, viceparroco, e dal seminarista vietnamita Dinh Nguyen Nguyen, 25 anni. Il loro ultimo album si intitola «Spiritus Dei» ed è arrivato il 30 novembre anche in Italia (acquistabile su iTunes): 16 brani di musica classica e pop con testi in latino, francese e italiano. Un mix esplosivo che gli ha portati all'incredibile successo. Anche due pezzi parlati: «Conversazione con Dio» e «La storia di Spiritus Dei». I «Les Prêtres», scrive Il Tempo, nascono in Francia nel 2009 da un'idea di Jean-Michel Di Falco, vescovo di Gap, in Provenza, che si è trasformato in manager discografico per finanziare progetti benefici (edificazione di una chiesa e costruzione di una scuola in Madagascar). Il loro primo album è uscito nel marzo di quest'anno, debuttando direttamente al primo posto della Top50 e mantenendosi tale per ben nove settimane. Sicuramente si sono ispirati dall'altro fenomeno, «The Priests», il trio di preti irlandesi che ha sbancato mezza Europa e America. «La priorità resta essere sacerdoti - assicurano però i tre religiosi - Il successo è bello ma effimero. Faremo altri dischi? Perché no?».

mercoledì 1 dicembre 2010

Il suicidio del grande Monicelli: una fine disperatamente coerente per chi non è cristiano.


In questi giorni l'Italia è scossa dalla morte di Mario Monicelli all'età di 95 anni. Il grande regista, "padre" della commedia italiana ha scelto un vistoso metodo da disperati: si è buttato dal quinto piano dell'ospedale in cui era ricoverato. Immediatamente i laicisti radicali hanno strumentalizzato il povero Monicelli e -attraverso la leader Rita Bernardini- hanno dichiarato in Parlamento che «sarebbe il caso che la Camera avviasse almeno una riflessione sull'eutanasia». Varie critiche sono emerse subito dal PDL e da Gianfranco Rotondi che ha replicato: «Temo che si trasmetta un messaggio non di carità ma di ammiccamento alle scelte assolutamente non esemplari, nel senso che non debbono essere un esempio. Procurarsi la morte e rifiutare i funerali non significa laicità, ma rifiuto del mistero della morte e penso all'impatto che tutto ciò ha sui giovanissimi». Immediata la reazione anche di Paola Binetti: «Basta, per piacere, con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati, perchè Monicelli era stato lasciato solo da famiglia e amici ed il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà». Stessa cosa la dicono i suoi amici più cari, Carlo Verdone e Mimmo Calopresti: «Era depresso e si sentiva solo». E' la cultura laicista ad essere il vero motivo del suicidio. Una cultura che porta alla solitudine (è noto l'accanimento ateo contro la famiglia) e alla disperazione ("di-sperati", senza "speranza", come inneggia il materialismo ateo). Questo fatto ha mostrato dunque quanto radicalmente sia lontana la prospettiva cristiana da quella laica. Per la prima, la vita, il dolore e la sofferenza acquistano un valore assoluto, proprio perché avvicinano a Dio che per primo ne ha subito la drammaticità attraverso il Figlio. Questo porta ad esempio San Francesco a chiamare scandalisticamente la morte "sorella" e tanti ammalati a vivere la loro malattia terribile nella letizia del cuore. Per la cultura atea invece la vita non ha un valore in sè, è sopportabile provvisoriamente se le cose vanno bene, se si è sani e fortunati. Non c'è spazio per il dolore, la malattia e la sofferenza (stati che prima o poi toccano a tutti), che diventano un'enorme ingiustizia insensata (una doppia insensatezza oltre a quella di vivere), un'ennesima frustrazione da subire. L'atto di fede dell'ateo, crea così inevitabilmente un uomo profondamente disperato (cioè "che non attende nulla", come diceva Pavese), che si autoconvince di essere masochisticamente nient'altro che un condannato a morte (circa 70 anni di pena per gli uomini e 85 per le donne), un "provvisoriamente" vivo. Per gli atei, ad un certo punto la vita diventa una malattia da curare con la morte, che diventa la "medicina", la "guarigione", meglio se "dolce", come un antibiotico alla fragola. L'ateismo è disumano perché è contro la natura dell'uomo stesso, darwinisticamente parlando tendente alla sopravvivenza, alla vita.

I medici e le donne africane danno ragione al Papa sulla questione del preservativo.


Hanno destato scalpore le anticipazioni sul libro-intervista di Benedetto XVI circa l’uso del condom in alcuni casi particolari. Il Papa non ha affatto giustificato moralmente l'esercizio disordinato della sessualità, ma ritiene che l'uso del profilattico per diminuire il pericolo di contagio dell'AIDS, sia un primo atto di responsabilita, un primo passo sulla strada verso una sessualità più umana, piuttosto che il non farne uso esponendo l'altro al rischio della vita. Per questo padre Federico Lombardi ha dichiarato che questa «non può essere certo definita una svolta rivoluzionaria». Il profilattico continua comunque a rimanere non strettamente necessario. Prima di sentire il parere dei medici, vale la pena ascoltare le parole delle donne africane, come ad esempio Rose Busingye, infermiera ugandese che passa la sua vita ad accogliere e curare gli ammalati di Aids a Kampala: «In pochi anni si è passati dal 21 per cento della popolazione infetta al 6,4 per cento di oggi. Lo abbiamo fatto senza distribuire preservativi, ma educando le persone. Anche grazie al nostro presidente. Qui non abbiamo medicine, si muore di malaria, di dissenteria. E ci vogliono mandare i preservativi. Ma che coraggio hanno di fronte al mondo di dire che il bisogno dell’Africa è un preservativo?» (da Il Foglio, 20/3/09).

Scienza e fede: i più grandi scienziati membri della Pontificia Accademia delle Scienze.


E' molto difficile ancora oggi sostenere l'avversità tra scienza e religione, quando i migliori scienziati del mondo sono membri della Pontificia Accademia delle Scienze. Lo ricorda Edwin Cartlidge su FoxNews. Cartlidge è l'ex caporedattore della rivista ingelse Physics World, che ora collabora regolarmente con argomenti di fisica e questioni connesse (i suoi lavori appaiono regolarmente su New Scientist). Ricorda: «Tutti i membri della Pontificia Accademia delle Scienze concordano ampiamente sul fatto che la scienza moderna non sia assolutamente in contrasto con la fede religiosa». Nel mese scorso, durante l'annuale Sessione Plenaria dell'Accademia delle Scienze, Benedetto XVI ha affrontato il tema: “L’eredità scientifica del XX secolo” (qui parti del suo discorso). Lo ha fatto di fronte a celebri uomini di scienza, lodando le conquiste più recenti. Cartlidge dice: «Il Papa ha ricordato che la Chiesa cattolica incoraggia la ricerca scientifica e, rivolgendosi al pubblico ha ricordato che non bisogna né temere la scienza, né trattarla come una panacea in grado di rispondere a tutte le nostre più profonde domande esistenziali». Sono poi intervenuti vari membri dell'Accademia, tra i quali il premio Nobel Charles Townes che ha descritto la storia della sua invenzione del laser. Il biologo Werner Arber ha invece apprezzato il fatto che i lavori dell'accademia influenzino realmente il pensiero del Papa sul mondo scientifico. Cartlidge ricorda anche che «l'evento scatenante del conflitto tra scienza e religione fu la condanna di Galileo Galilei per il suo supporto all'eliocentrismo di Copernico. Il divario è poi aumentato a causa di incompresioni sulla teoria darwiniana. Tuttavia l'esistenza della Pontificia Accademia delle Scienze consente alla Chiesa cattolica di interfacciarsi con la scienza moderna». L'accademia è stata creata nella sua forma attuale nel 1936 da Papa Pio XI, lo scopo fu proprio per assicurare che la Chiesa Cattolica fosse tenuta al passo con le attuali scoperte scientifiche. La qualità scientifica non è l'unico criterio per l'adesione all'Accademia, e nemmeno la posizione esistenziale (sono presenti infatti anche alcuni "non credenti" e agnostici). Il Papa accetta o rifiuta nomine basandosi anche sulla base di un "elevato profilo morale". Ad esempio, il biologo Edward De Robertis ha dichiarato che il suo recente ingresso nella Pontificia Accademia della scienza è stato concesso soltanto a seguito di un dialogo con un cardinale di Los Angeles. Il fisico ricorda pure che «Albert Einstein non superò questo criterio perché aveva una relazione extraconiugale».

martedì 30 novembre 2010

Il carcere di Pitesti: una delle “grandi opere” dell’ateismo comunista.


Non ci sono solo le missionarie opere cristiane, anche l'ateismo comunista ha prodotto le sue. Oltre alla cultura illuministica, sfociata presto nella ghigliottina francese, l'ateismo si è anche molto impegnato nel '900. Una sua maggiore opera fu avviata in Romania e per quanto incredibile possa sembrare, è la prova esistente di un luogo ben peggiore di Auschwitz. Si chiama Pitesti, 130 km a nord di Bucarest. Qui, tra il 1949 e il 1952, è stato condotto il più orrendo esperimento concentrazionario del dopoguerra. Gli oppositori del regime comunista (principalmente studenti universitari, liberali, conservatori, religiosi e cristiani di tutte le confessioni) furono condotti in questo carcere speciale con l’obiettivo di rieducarli, di farne degli “uomini nuovi”, come sosteneva il segretario generale del Partito comunista, la stalinista Ana Pauker (1893-1960). È quanto racconta il giornalista del Corriere della Sera, Dario Fertilio, in un libro-testimonianza uscito da qualche mese nelle librerie: (Musica per lupi. Il racconto del più terribile atto carcerario nella Romania del dopoguerra). Quello che accadde a Pitesti in quegli anni, secondo Fertilio, si tratta di una tortura ininterrotta, attuata di giorno e di notte secondo regole precise, e concepita come un fine in se stesso. L'obiettivo? Distruggere l'anima, perché chi pensava di avere un'anima era già un “malato”, nemico del popolo, da rieducare e, se proprio si rifiuta, da giustiziare usando le torture più diaboliche, sia fisiche che psichiche (giudizio molto simile a quello degli esponenti del disperato ateismo contemporaneo). Il giornalista racconta a Il Giornale alcune di queste torture: «Pestaggi per mezzo di fruste, cinture, lance; sospensioni al soffitto con pesi da 40 chili per ore e giorni consecutivi; rottura delle dita delle mani e dei piedi; nutrizioni forzate a base di sale con divieto di bere; cozzi procurati delle teste, al modo delle incornate tra cervi; bruciature delle piante dei piedi; percosse alle tibie per mezzo di barre metalliche; costrizione a leccare il contenuto delle latrine; partecipazione obbligatoria a torture collettive, induzione a commettere reciprocamente atti di sodomia; sospensioni al soffitto per le ascelle con zaini sulla schiena carichi di pietre; schiacciamento sotto il peso di corpi, varianti fra il numero di quindici e diciassette; sbattimento di crani contro cemento o pareti delle celle; costrizione a dormire in posizioni fisse; perforazione delle piante dei piedi per mezzo di aghi; posizioni obbligate contro il muro, puntando l’uno o l’altro piede, per la durata di tutta la notte; ordine di produrre masse fecali dove successivamente si depongono gli alimenti; induzione a orinare nelle bocche dei compagni; disposizioni di mangiare direttamente dalle gavette cibo bollente, a quattro zampe e senza ricorrere alle mani; immersioni prolungate delle teste nei buglioli; percosse alle casse toraciche sino alla frattura delle costole, ecc...».

Anche Benedetto XVI conferma: la Chiesa nel mondo è in costante crescita.


Come tutti sapranno, è uscito un libro di Peter Seewald che raccoglie una lunga intervista a Benedetto XVI. Si intitola "Luce del mondo" e ha già ricevuto le attenzioni della gran parte dei quotidiani nazionali ed internazionali. Anche Avvenire ovviamente vi dedica un articolo, nel quale oltre ai grandi temi del libro (sessualità su tutti) si parla della Chiesa nel mondo e del suo costante aumento. Seewald ricorda a Joseph Ratzinger che "Mai prima d’ora la Chiesa Cattolica ha avuto tanti fedeli, mai un’estensione simile, letteralmente fino ai confini della terra". Il Santo Padre, anche se non ama parlare dei numeri della Chiesa, risponde: «Sono statistiche che certo hanno la loro importanza. Mostrano quanto la Chiesa sia vasta, quanto ampia sia in realtà questa comunità che abbraccia razze e popoli, continenti, culture e persone di ogni genere. Ma il potere del Papa non è in questi numeri». Infatti citando sant’Agostino, spiega che: «molti che sembrano stare dentro, sono fuori; e molti che sembrano stare fuori, sono dentro». Più avanti l'intervistatore presenta un piccolo bilancio: "Stando all’Annuario Pontificio, nel solo 2009 Lei ha eretto nove nuove diocesi, una prefettura apostolica, due sedi metropolitane e tre vicariati apostolici. Il numero dei cattolici è quindi aumentato ulteriormente di diciassette milioni di unità, quanto gli abitanti della Grecia e della Svizzera messi insieme. Nelle quasi tremila diocesi, ha nominato 169 nuovi vescovi". E Benedetto XVI risponde: «Innanzitutto devo dire che tutto quello che Lei ha elencato è segno di quanto sia viva la Chiesa. Osservandola soltanto dal punto di vista dell’Europa, sembrerebbe in declino. Ma è solo una parte dell’insieme. In altri luoghi della terra, la Chiesa cresce ed è viva, è molto dinamica. Negli ultimi anni, il numero dei nuovi sacerdoti è aumentato in tutto il mondo, e anche il numero dei seminaristi. Nel continente europeo, sperimentiamo soltanto un determinato aspetto e non anche la grande dinamica del risveglio che in altre parti esiste veramente e che incontro continuamente nei miei viaggi e tramite le visite dei vescovi».

Un astronomo, un fisico, un filosofo e un teologo contro lo scientismo di Stephen Hawking.


Dopo le azzardatissime dichiarazioni di Stephen Hawking -sicuramente molto autopubblicitarie- secondo il quale «la «filosofia è morta e non è necessario ricorrere a Dio per dare inizio all'universo», sono state moltissime le repliche di colleghi e scienziati (molte delle quali raccolte nell'articolo Creazione senza Dio? Gli scienziati rispondono a Stephen Hawking). Quest'avvenimento è stato l'occasione per incontri molto interessanti sull'argomento, come quello organizzato dall'astronomo cattolico Piero Benvenuti, intitolato «L'Universo non ha bisogno di Dio?» (9 novembre 2010, Facoltà Teologica, Università degli Studi di Padova), cui hanno partecipato il fisico agnostico, ma che per sua ammissione combatte «ogni scientismo», Silvio Bercia, il teologo laureato in fisica Simone Morandini e il filosofo che si definisce "non credente" Ermanno Bencivenga. Sul web abbiamo trovato l'intervento di quest'ultimo pubblicato su TuttoScienza (supplemento de La Stampa del 17 novembre). Tutti e tre gli intervenuti, si legge su Avvenire, sono convinti che una teoria scientifica, per quanto perfetta, è sempre limitata e non può stabilire o negare l'esistenza di un Creatore, se non erigendo la teoria stessa alla dignità di fede. Il fisico Bergia è addirittura apodittico nel suo giudizio: «Bisognerebbe ricordare, a chi propone una teoria capace, a suo dire, di spiegare ogni cosa e per sempre, che proprio la scoperta dell'espansione accelerata dell'universo è lì a insegnarci che la ricerca non è mai finita». Dal canto suo Ermanno Bencivenga usa le armi della logica filosofica per sostenere quello che ogni persona di buon senso dovrebbe sapere e cioè che «una teoria scientifica non può mai essere verificata e il meglio che ci si possa aspettare da essa è che fornisca un quadro coerente all'interno del quale raccogliere i dati. Senza considerare che gli studi di Kurt Gódel ci dicono che neppure la sua coerenza può essere dimostrata». L'unica cosa che resta, quindi, è la possibilità di impegnarsi nei confronti dei principi teorizzati «con un atteggiamento simile alla fede». E allora, come suggerisce Benvenuti, c'è un limite oltre cui lo scienziato deve essere cosciente di non poter indagare con le armi della scienza, «di fronte al quale la fisica deve avere l'umiltà di lasciare campo alla metafisica». Un limite che non può essere intaccato dalle scoperte scientifiche, anche se rivoluzionarie. «Ciò che non si vuol comprendere - sottolinea Simone Morandini- è che quando il credente parla di Dio Creatore, confessa in Lui la sorgente dell'essere stesso. Quella potenza amante che opera in modo nascosto, ma non per questo meno reale, proprio all'interno di quel mondo descritto in modo così efficace dalle leggi della scienza». Ecco infine lo scritto integrale di Bencivegna.