Tutto ciò che di buono, di umano e di giusto è stato fatto e detto nella storia umana in questi 2010 anni di storia, porta l'impronta e l'evocazione di Gesù di Nazareth.
Lo afferma ad esempio l'anticlericale Elio Vittorini:
"Come cultura, Gesù Cristo è non meno importante di ciò che è come fede o vita dei fedeli. Nulla di quanto gli uomini hanno detto di nuovo o concreto o anche solo di utile, dopo di lui, è stato detto in contrasto con lui".
(Vittorini, Il Politecnico 1946, citato anche in Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, collana Sestante, Società Editrice Internazionale, 2001 ISBN 880505867X, pag. 92).
L'ateo Umberto Eco ha affermato:
"Quand’anche Gesù fosse –per assurdo- un personaggio inventato dagli uomini, il fatto che abbia potuto essere immaginato da noi bipedi implumi, di per sé sarebbe altrettanto miracoloso (miracolosamente misterioso) del fatto che il figlio di un Dio si sia veramente incarnato. Questo mistero naturale e terreno non cesserebbe di turbare e ingentilire il cuore di chi non crede".
(Eco, Cinque scritti morali, Bombiani 1997).
Anche l'antireligioso Franz Kafka rimase affascinato da quest'Uomo.
Il suo amico Gustav Janouch gli domanda: "E Cristo?".
Kafka, chinando il capo, risponde: "E’ un abisso pieno di luce. Bisogna chiudere gli occhi per non precipitarvi".
(Janouch Gustav, Conversazioni con Kafka, Guanda Editore 2005).
Il fascino della Sua persona dilaga nei quattro angoli del pianeta, in qualunque civiltà e a qualsiasi religione si appartenga, Gesù, e solo Lui, fa breccia.
Induismo
Il miglior simbolo moderno dell'induismo è il Mathatma Gandhi, una delle personalità più suggestive del '900. Si racconta che sulla parete di fango della sua capanna era appesa una stampa in bianco e nero con l'immagine del Cristo e la scritta: "Egli è la nostra pace".
Rimase fortemente impressionato dalla figura di Gesù. La sua straordinaria vicenda biografica di resistenza non violenta all'oppressione dello Stato indiano deve tantissimo all'incontro con Gesù, lo affermò più volte:
"E' il Sermone della montagna che mi ha fatto amare Gesù. E' il Sermone della montagna che mi ha rivelato il valore della resistenza. Io fui colmo di gioia leggendo: "Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano".
(Gandhi, Il Sole 24 ore, 3/2/08)
Il 13 dicembre 1931 fu accompagnato a visitare la Cappella Sistina in Vaticano e si soffermò a fissare il crocifisso del XV secolo sopra all'altare. Dopo molto tempo sussurrò:
"Non si può fare a meno di commuoversi fino alle lacrime"
(Gandhi, Il Sole 24 ore, 3/2/08)
Tornerà più volte a ricordare la commozione provata allora, fino al pianto, di fronte alla rappresentazione di un Uomo che aveva saputo morire sulla croce per la salvezza dell’umanità.
Gandhi arrivò perfino a dire:
"Lo dico agli indù che la loro vita sarà imperfetta se non studiano con rispetto la vita di Gesù"
(Descalzo, Gesù di Nazareth, Edizioni Dehoniane 1998, ISBN 8839604227)
Non solo, ma l'evoluzione dell'induismo, dalla disumana dottrina delle caste all'emancipazione dei "dalit" (di coloro che non ne fanno parte), fino all'abolizione giuridica di esse nel 1947 è dovuta all'influenza cristiana e occidentale.
Lo afferma anche Piero Gheddo, uno dei missionari italiani più famosi al mondo:
"L’induismo, rimasto immobile da sempre, per influsso delle missioni cristiane dalla metà dell’Ottocento si sta rinnovando attraverso varie "samaj" (associazioni) e grandi personalità religiose, alcune delle quali (Gandhi, Vivekananda, Vinoba Bhave, Aurobindo) fortemente influenzate dalla figura di Gesù Cristo e dal cristianesimo (cosa che non avviene nel rinnovamento islamico)".
(Gheddo, Se l'estremismo ha paura di Cristo, Tracce, Settembre 2008, pag. 56-59)
Buddhismo
La grande personalità del mondo buddhista è il Dalai Lama. Egli afferma:
"In quanto buddhista, il mio atteggiamento nei confronti di Gesù Cristo è questo: era un essere pienamente illuminato, oppure un bodhisattva con un altissimo livello di realizzazione spirituale"
E ancora: "Nell'entrare in contatto con Gesù Cristo, che ha influito spiritualmente su milioni di persone emancipandole e liberandole dalla sofferenza come dimostra chiamaramente la sua biografia, un buddhista, che cerca rifugio soprattutto nel Buddha, proverebbe il sentimento di profondo rispetto riservato agli esseri pienamenti illuminati o ai bodhisattva"
(Dalai Lama, Incontro con Gesù: una lettura buddhista del Vangelo, Mondadori 1997, IBSN: 8804425075)
La figura di Gesù ha anche creato una grande amicizia tra alcuni monaci buddisti del Monte Koya e don Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione.
Esho Yagi, il capogruppo di questi monaci, risponde così alla domanda: "Chi è per voi Gesù?": "Una volta sono andato al Louvre e mi ricordo di un quadro con le figure di Gesù e Giuseppe, i loro volti illuminati da una luce irradiata da una candela. Gesù mi è sembrato l'immagine di ogni padre di famiglia. Io me lo immagino come la figura del rapporto tra Padre e Figlio"
(Esho Yagi, Quello che voi fate è ciò per cui noi preghiamo, Tracce N.7, Luglio/Agosto 1996)
Islamismo
Nel Corano si parla di Gesù come di un uomo sublime (anche se nega la Sua morte in croce perché Dio non può permettere la sconfitta di un suo profeta). E' citato in 15 sure su 114, per un totale di 93 versetti. E' considerato un grande profeta dell'Islam.
Un dotto islamico, Niyazi Oktem dell'Università di Instanbul, afferma:
Secondo l'Islam, "Gesù Cristo è uno dei due profeti nati senza padre (l'altro è Adamo). La sua nascita è dovuta alla grazia divina accordata attraverso l’intermediazione dello Spirito che ha recato alla Vergine il "soffio". E' chiaro che la Vergine e Gesù hanno una posizione del tutto particolare e assolutamente eccezionale".
Addirittura "è Gesù ad avere la conoscenza di un evento fondamentale come il Giudizio finale. E' lui che dispone della saggezza, verrà prima del Giudizio finale per farne partecipi le genti.
(Okem, La figura di Cristo nell'Islam, 30giorni, 10/2005)
Gesù Cristo è ritenuto il più santo dei profeti prima di Maometto e un importante studioso islamico, Ahmad Abd al-Waliyy Vincenzo afferma:
"Fra i musulmani il suo insegnamento provoca ancora ammirazione e rispetto. Gesù avrà un ruolo decisivo nell'escatologia islamica, dovendo tornare alla fine dei tempi quando sconfiggerà l'Anticristo".
(Ahmad Abd al-Waliyy, Islam: altra civiltà, Mondadori 2001, pag. 280-281)
Tantissimi sono i musulmani che si convertono al cristianesimo cattolico proprio grazie alla figura di Gesù. Un libro di Jean-Marie Gaudeul, Vengono dall'Islam chiamati da Gesù (E.M.I. 1995, ISBN: 978883848499), raccoglie alcune interviste ai tantissimi convertiti musulmani.
Anche il giornalista libanese Camille Eid ha pubblicato un libro insieme al giornalista italiano Giorgio Paolucci dal titolo: I cristiani venuti dall'Islam (Piemme 2005) in cui raccoglie storie commoventi come questa, pubblicata anche su Avvenire del 28/06/09, in cui la scoperta di Gesù porta una ragazza a smontare le tesi dell'islam e convertirsi: vedi qui.
Le persecuzioni ai cristiani nelle città arabe-musulmane sono perpretate da fanatici estremisti e non certo da veri religiosi credenti. Oltre ad andare contro il Corano vanno contro gli stessi credenti musulmani moderati che sono costretti a difendere fisicamente i cristiani, vedi qui.
Ebraismo
Anche il mondo ebraico dopo secoli di incomprensione con i cristiani, da duecento anni sta riscoprendo Gesù.
Lo scrittore yiddish Shalom Asch, grande personalità della cultura ebraica internazionale, ha affermato:
"Gesù Cristo per me è la suprema personalità di tutti i tempi, di tutta la storia, sia come Figlio di Dio sia come Figlio dell'uomo. Tutto ciò che disse o fece, ha per noi importanza fino al giorno d'oggi. Questo è qualcosa che non si può dire di nessun altro uomo, sia che viva ancora sia che sia morto".
(Nicola Martella, Offensiva intorno a Gesù, Vol.II, Punto a croce 2000, pag. 109))
Martin Buber, dotto ebraico, lo definisce: "grande fratello" e l'ebreo giornalista e studioso delle religioni Shalom Ben Chorin, afferma:
"Gesù è per me un fratello eterno, non solo fratello nell'umanità, fratello nell'ebraismo. Io sento la sua mano fraterna che mi prende perché io lo segua, una mano umana, quella che porta i segni del più grande dolore (...) È la mano di un grande testimone di fede in Israele. La sua fede, la sua incondizionata, la sua assoluta fiducia in Dio Padre, la sua prontezza ad umiliarsi completamente sotto la volontà di Dio, è l'atteggiamento che Gesù ha vissuto per noi e che può unirci, ebrei e cristiani, la fede di Gesù ci unisce".
(Shalom, Fratello Gesù, Morcelliana 1985, IBSN: 8837212534, vedi qui una recensione)
L'intellettuale e pensatore ebreo Edmond Fleg ha scritto:
"Come avrei voluto essere là per sentire, Gesù, la tua voce così dolce! Come ti avrei amato se ti avessi conosciuto!"
(Jean Danielou, Dialogo con Israele, Archeosolica 1991, ISBN: 9788886495103, pag.58)
Interessante il libro "Un rabbino parla con Gesù" del rabbino Jacob Neusner, in cui l'autore sottolinea come Gesù non sia un semplice profeta, ma vada ben oltre:
"Cristo ha preso il posto della Torah. Che cosa ha tralasciato della Torah? Niente. Che cosa ha aggiunto? Se stesso".
(Neusner, Un rabbino parla con Gesù, San Paolo 2007)
Pinchas Lapide, ebreo, ex console di Israele a Milano e grande esegeta in diverse Università europee, ha affermato:
"Pretendere che Gesù fu solo un ebreo, un predicatore errante, sarebbe in misura somma un'arroganza contraria alla Bibbia. Posso e debbo riconoscere nella storia di Gesù una parte integrante del progetto salvifico di Dio, e accettare la Chiesa dei credenti come istituzione di salvezza voluta da Dio".
E ancora: "Gesù di Nazareth è diventato il salvatore dei gentili. Per questo non occorre una teologia. Per affermarlo occhi e orecchie mi bastano: tutto l'Occidente , dall'Islanda al Cile, dalla California alla Sicilia, ha preso il nome da questo galileo e grazie a lui decine di nazioni gentili sono diventate mono-teiste".
(Lapide, Predicava nelle loro sinagoghe, Paideia 2001, pag. 39)
Infine ricordo come nel 1945, Israel Eugenio Zolli, rabbino capo di Roma si convertì al cattolicesimo proprio grazie allo studio dei Vangeli e alla figura di Gesù Cristo.
Qual'è la ragione di questo fascino universale?
Lo spiega Benedetto XVI° durante l'omelia del 6 gennaio 2010:
"Il Figlio dell’uomo riassume in sé la terra e il cielo, il creato e il Creatore, la carne e lo Spirito. E’ il centro del cosmo e della storia, perché in Lui si uniscono senza confondersi l’Autore e la sua opera".
(Benedetto XVI°, Omelia per la Solennità dell’Epifania del Signore, 6/01/09)
Bibliografia
Indagine su Gesù, Antonio Socci, Rizzoli 2008, ISBN 9788817032520, pag.68-72