sabato 10 ottobre 2009

Dalla Ragione al Mistero.

Secondo punto.

Piccolo riassunto del punto primo:

1) La ragione è l'unico strumento in dotazione all'uomo per conoscere la realtà.
2) La ragione, per conoscere la realtà, conta i fattori di cui essa è composta e per conoscerla fino in fondo deve e vuole contarli tutti. Definizione: la ragione è coscienza della realtà secondo la totalità dei suoi fattori.
3) Ma non ne è capace perchè nella realtà c'è un punto di fuga, ultimamanente essa è incomprensibile.

Vediamo perchè nella realtà c'è sempre qualcosa che sfugge:
  1. Partiamo dall'esperienza di tutti: nel rapporto con la realtà, sia quando essa si manifesta a noi positivamente; sia, ancora di più ovviamente, quando la realtà si manifesta negativamente,quando ci viene incontro facendoci male, non si è mai completamente soddisfatti, c'è sempre una malinconia ultima. Questa malinconia è l'incompiutezza della ragione. Lo descrive bene Einstein, dal punto di vista scientifico, quando dice, rispondendo a Count Kessler:
    "Cerchi e penetri con i limiti della nostra mente i segreti della natura e scoprirà che, dietro tutte le discernibili concatenazioni, rimane sempre qualcosa di sottile, di intangibile e inesplicabile. La venerazione per questa forza, al di là di ogni altra cosa che noi possiamo comprendere, è la mia religione. A questo titolo io sono religioso.(Brian, Einstein life, 1996).

  2. Nella poesia, questa malinconia, è descritta ovunque, ma corrisponde anche alla tristezza di Dostoevskij, di Pasolini ("Manca sempre qualcosa, c’è un vuoto in ogni mio intuire. Ed è volgare questo non essere completo, è volgare, mai fui così volgare come in questa ansia"), è l'incompiutezza ultima che c'è in ogni rapporto con chiunque e con qualunque cosa, inevitabilmente.
    Essa nasce dal non riuscire mai ad afferrare, a possedere le cose a sufficienza e per cui c’è sempre come un’intollerabile ingiustizia, che cerchiamo spesso di celare a noi stessi, distraendoci .

  3. La caratteristica più umana della vita quotidiana è questa malinconia, la coscienza dell’incompiutezza, dell’attesa perenne che è la vita.
    Pavese diceva: “Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?(Il mestiere di vivere).
    La percezione del Mistero nasce da questa costante malinconia, da questa costante insoddisfazione.
    Per questo sant'Agostino si domandava: "Quid animo satis?" (cioè, cosa basta all'animo dell'uomo?).


  4. Il senso di questo Mistero, di questa malinconia, di questo "qualcosa che sempre sfugge", è ciò che ha permesso di far progredire la scienza fino ad ora, è il motore della scienza (creatura umana). Tant'è che Einstein, poco prima di morire, disse: "Se non si ammette l'insondabile mistero non si può nemmeno essere uno scienziato" (Corriere della sera, 1955).
    Ma questo Mistero è parte della realtà, anzi, è il fattore più importante, tant'è che se si cerca di eliminarlo non si capisce veramente cosa essa sia.

  5.  Perchè la ragione non si accontenta? Ma perchè c'è questa malinconia?
    Perchè la ragione è esigenza dell'Infinito.Cioè, è tensione ad esso e non rimarrà mai soddisfatta per niente di meno.