domenica 11 ottobre 2009

Cos'é la Ragione?

Primo punto.

Introduciamo l'argomento con piccoli passaggi.
  1. Una cosa per essere umana dev'essere ragionevole.
    Il ragionevole è ciò che qualifica l’umano
    , che distingue l’uomo dalla bestia.

  2. La ragione è lo strumento che l'uomo utilizza per conoscere la realtà.

  3. Essa, inevitabilmente, sprona continuamente l'uomo ad andare sempre più a fondo nella conoscenza della realtà, non si accontenta di una parzialità di risposta, anzi, si ostina a voler conoscere la realtà in tutta la sua totalità, in tutto il suo significato.
    Il filosofo Fabrice Hadjadj afferma in proposito:
    "Prendete un bambino: lui manifesta ciò che la ragione è, molto meglio di quanto faccia un professore d'università, sempre dedito ad esercizi accademici. Un bimbo domanda con semplicità: questo, cos'è? Perché esiste? La ragione si manifesta in questa meraviglia. Essa cerca la causa, specialmente quella originaria, e il senso dell'esistenza. Attende una rivelazione e una visione della verità tutta intera". (Hadjadj, Avvenire, La ragione contro gli ateologi).
    Per questo diciamo che la ragione è coscienza della realtà secondo la totalità dei suoi fattori.


  4. Ma la ragione può conoscere tutti i fattori di cui è composta la realtà?
    Cioè, può conoscere fino in fondo il reale?
    No. Perchè?
    Perchè nella
    realtà, nonostante qualsiasi scoperta scientifica, c’è sempre e ci sarà sempre un punto di fuga, un'incomprensione ultima, qualcosa che sempre sfugge e che non può trovare soddisfazione, appoggio, compiutezza, risposta, da nessuna parte.
    Descrive bene questo la poesia di Leopardi "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia": "E quando miro in cielo arder le stelle, dico fra me pensando: a che tante facelle?[cioè, l'uomo di fronte alla realtà si interroga: perchè le stelle splendono così tanto?]. Che fa l'aria infinita, e quel profondo infinito seren? Che vuol dir questta solitudine immensa? Ed io che sono?".
    Appena ci si sofferma sulla realtà, immediatamente nasce l'interrogativo di un significato, anche se, così sembra, esso è inconoscibile.



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