venerdì 9 ottobre 2009

Le possibilità della Ragione di fronte al Mistero

Terzo punto.

Piccolo riassunto del punto primo e secondo.

1) La ragione è lo strumento che ha l'uomo per famigliarizzare con la realtà, per interessarsi ad essa e per scoprirne il significato.
2) L'uomo vive una costante malinconia nel rapporto con la realtà poichè non riesce mai a possederla abbastanza, non è mai appagato di nulla a sufficienza. La ragione umana è costantemente incompleta (tant'è che la scienza è in continua ricerca), questo perchè c'è nella realtà qualcosa di imprevedibile, qualcosa che sfugge sempre.
3) Questa malinconia perenne, questa incompletezza della ragione dell'uomo di tutti i tempi dimostra la presenza del Mistero. E' innafferabile dalla ragione ma c'è, fa parte dell'esperienza.

Cosa può fare allora la ragione di fronte a questo mistero, di fronte a questa evidente inspiegabilità ultima della realtà?
  1. Può diventare arrogante e all'evidenza della sua insoddisfazione preferisce la soddisfazione orgogliosa di dire: "No, no, ho contato tutti i fattori della realtà, non c'è nessuno mistero. Io capisco la realtà" .
    L'errore di questa posizione è provata dal permanere dell'insoddisfazione dell'uomo, della sua malinconia, cioè tensione ad altro che compia.
    Il nome di questa posizione è: Menzogna.

  2. Può essere un pò più umile, riconoscere questo mistero e però fregarsene:"E' un inganno della natura, è la disperata casualità della realtà, ci sarà sempre qualcosa che non capiremo. La realtà non la capisco, ma che ci vuoi fare?".
    L'errore di questa posizione, la più diffusa fra gli uomini, è una questione logica: se la natura umana è esigenza di consocere tutti i fattori della realtà, non può accontentarsi di meno. Questa posizione crea un uomo confuso, smarrito e in balia di tutto.
    Mi viene in mente una poesia di Montale:"Forse un mattino andando in un'aria di vetro(...) rivolgendomi vedrò compiersi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me con un terrore di ubriaco.(...) Ma sarà troppo tardi, ed io me ne andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto".Gli uomini che non si voltano sono gli uomini che riconoscono il grande inganno della vita, ma fanno finta di niente, preferiscono rimanere disperati. O meglio, si illudono di fare finta di niente, perchè l'uomo, anche inconsciamente, afferma sempre la positività ultima del destino, altrimenti non si alzerebbe neanche dal letto al mattino.
    Il nome di questa posizione è: Illusione dell'accontentarsi.

  3. La ragione, come terza possibilità, si ribella, si arrabbia: "Se mi avanzo, se faccio milioni di scoperte scientifiche, prima o poi, riuscirò a conoscere anche questo mistero. Ora la realtà non la capisco ma la capiranno gli uomini che verranno".
    L'errore di questa posizione è dimostrato storicamente: dissero queste cose gli uomini dal 1200 in poi. Quelli del 1800 sopratutto, i quali pensavano mancasse solo lo studio della psicologia e della sociologia...e invece la ragione davanti al mistero rimarrà sempre limitata. Farà piccoli passi ma rimane impotente.
    Leopardi ci viene ancora in aiuto quando dice: "Forse s'avess'io l'ale da volar su le nubi, e noverar le stelle ad una ad una [cioè, forse se avessi le ali e potessi volare in cielo e contare le stelle]. O come il tuono errar di giogo in giogo [o come il tuono, andare ovunque], più felice sarei". (Il pensiero dominante).
    Ma dopo centocinquant'anni dalla sua morte, noi possiamo fare tutto questo (aereoplani, jet ecc..),eppure, si può dire forse di essere un briciolo più felici, più soddisfatti? No.Il nome di questa posizione è: Presunzione.