sabato 17 ottobre 2009

Citazioni di Musicisti e Compositori credenti e atei

  • Beethoven, Ludwig van (Compositore).
    Beethoven venne educato da cattolico. Col tempo diventò meno praticante, ma non abbandonò mai nè il Cristianesimo, nè il Cattolicesimo, come dimostrano i "Quaderni di conversazione" e le ultime opere, sopratutto la Missa Solennis (scritta rispettando gli standard delle messe Cattoliche in musica), definita da lui "coronamento dell'opera della mia vita".


    1. "Fratelli, nella volta celeste deve abitare un amorevole Padre".
      (Beethoven, Inno alla Gioia, Nona Sinfonia).

    2. "Dio è più vicino a me che a molti altri che praticano la mia arte".
      (Beethoven, Quaderni di Conversazione, 1818).

    3. "Voglio dunque abbandonarmi con pazienza a tutte le vicissitudini e rimettere la mia fiducia unicamente nella tua immutabile bontà, o Dio! [...] Sei la mia roccia, o Dio, sei la mia luce, sei la mia assicurazione eterna!"
      (Beethoven, Quaderni di conversazione, 1818)


  • Guccini Francesco (Cantautore)
    Considerato da molti ateo, in realtà è una persona molto profonda e portatrice di sana laicità.

    1. «C'è sempre stata, pudica, sottile, nelle mie canzoni, una domanda sull'infinito, sul senso ultimo delle cose. Ma da agnostico, da vago panteista e spiritualista quale sono, da uomo che non crede nell'esistenza dell'anima ma forse coglie un fondo di infinitezza, di immortalità nel nostro destino, mi fermo alla domanda, all'interrogativo. L'importante è, però, che questa domanda non cessi mai, perché è uno dei sintomi preziosi della nostra vitalità come uomini»
      (Mattei, Anima Mia, Piemme 1998, pag. 158)

    2. Rispetto alla sua canzone "Dio è morto": «i censori Rai si rivelarono più papisti del Papa. Perché mentre RadioRai decise di ignorare la canzone, quella Vaticana, che ne aveva capito il senso, non si fece problemi a trasmetterla. Alcuni cattolici di Assisi addirittura, nell’inverno del ’68, mi chiesero di suonarla dal vivo» . In un'altra intervista aveva detto: «Papa VI definì giustamente questa canzone un lodevole esempio di esortazione alla pace e al ritorno ai giusti e sani principi morali. Sarà che sono un vecchio agnostico inquieto, però devo confessare la sorpresa e la gratificazione di vedere nel corso degli anni che tanti gruppi cattolici hanno preso sul serio le mie canzoni e le hanno approfondite laddove io non avrei mai pensato. Mai avrei pensato che le mie canzoni convivessero addirittura con la Bibbia e la cosa non può che farmi piacere»
      (Intervista ad Avvenire 9/6/10 e Mattei, Anima Mia, Piemme 1998, pag. 161)

    3. Gli viene ricordata la sua canzone "Gli amici", dove canta, rivolgendosi Dio: «E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi, cosa che a questo mondo han fatto in pochi. Voglio vedere chi sceglie con tanti pretendenti, fra santi tristi e noi più divertenti. (Voglio) Veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni, fra noi e la massa dei rompicoglioni».
      Lui ha commentato: «È un po’ il Padre Eterno de “La Genesi”, questa figura burbera da vecchio padre un po’ incazzato, ma benevolo. Speriamo che fra 30, 50 anni ci sia un tavolo di carte e una bottiglia di vino o qualcosa di simile. È un Paradiso poi da poco»
      (Intervista a Il Sussidiario 14/6/10)