giovedì 15 ottobre 2009

Citazioni di Scrittori e Poeti credenti e atei

  • Augias, Corrado (1935, Scrittore e Giornalista)
    Famoso e studiatissimo sacerdote dell'ateismo italiano.

    1. Anche lui apprezza la rivoluzione che il cristianesimo ha portato nella civiltà.
      "Non si può apprezzare la forza delle parole di Gesù verso i bambini, se non si considera che i bambini, in una società contadina primitiva, erano nulla, erano non persone, proprio come i miserabili. Un bambino non aveva nemmeno diritto alla vita. Se suo padre non lo accettava come membro della famiglia, poteva benissimo gettarlo per strada e farlo morire, oppure cederlo a qualcuno come schiavo".
      (Augias e Pesce, Inchiesta su Gesù, Mondadori 2006, pag. 90)

  • Baldwin, James (Scrittore).

    1. Richard: "Lo sai che non credo in Dio, nonna."
      Mamma Henry:"Tu non sai quello che dici: non è possibile che tu non credi in Dio, non sei tu a decidere".
      Richard: "E chi altro decide?"
      Mamma Henry: "La vita. La vita che è in te decide. Lei sa da dove viene e crede in Dio".
      (Baldwin, Blues per l’uomo bianco, Dramma in tre atti, Feltrinelli, 1965).
    2. "L'uomo bianco ha scoperto la Croce per mezzo della Bibbia, ma l'uomo di colore ha scoperto la Bibbia per mezzo della Croce".
    3. "Se il concetto di Dio ha ancora qualche validità o uso, ci può solo rendere più grandi, più liberi e più degni d'amore".
  • Bultmann, Rudolf (Scrittore e Teologo).

    1. Gran demolitore del cristianesimo e della veridicità dei Vangeli, non potè però non ammettere nel 1926:
      "Il dubbio se Gesù sia veramente esistito è infondato e non merita di essere confutato. E’ del tutto evidente che egli è all’origine di quel movimento storico, di cui il primo stadio tangibile è rappresentato dalla comunità cristiana primitiva palestinese".
      (Bultmann, Gesù, Queriniana, Bresci 1972, pag. 107)
  • Biagi, Enzo (Giornalista e Scrittore).

    1. Solitamente ironico e disincantato, di fronte al gigante che riempie le pagine dei Vangeli, non nascose la sua ammirazione:
      "Gesù ha detto cose che a tutt’oggi sono insuperabili. E credo che nessuno abbia conosciuto l’uomo come lui. Gesù è una figura misteriosa, difficile da spiegare solo con l’umano. Regge da 2002 anni. Non vedo paragoni in giro".
  • Boccaccio, Giovanni (Poeta e Scrittore)
    Considerato da molti il maggiore narratore europeo, ha avuto un ruolo egemone nel panorama letterario del XIV secolo. Credente e cattolico:

    1. "Volgi gli occhi pietosi allo mio stato, Donna del cielo, e non m' avere a sdegno, perch'io sia di peccati grave e brutto. Io spero in te, e 'n te sempre ho sperato: prega per me, ed esser mi fa' degno di veder teco il tuo beato frutto".
      (Boccaccio, Decameron, 1349)
  • Borges, Jorge (Scrittore e Poeta).
    Jorge ringraziò spesso sua nonna per avrelo educato al Cristianesimo (protestante) e per avergli insegnato la Bibbia, opera che lo influenzò più di tutte.

    1. "Gli uomini hanno perduto un volto, un volto irrecuperabile e tutti vorrebbero essere quel pellegrino che a Roma vede il sudario della Veronica e mormora: Gesù Cristo, Dio mio, Dio vero, così era dunque la tua faccia? Abbiamo perduto quei lineamenti, possiamo scorgerli e non".
      Lo scrittore argentino confessa di "non vedere" personalmente il volto di Cristo nella sua vita, tuttavia: "Insisterò a cercarlo fino al giorno dei miei ultimi passi sulla terra".
      (Borges, Paradiso, XXXI, L'artefice, Tutte le opere, vol 1)
  • Camus, Albert. (Romanziere, Filosofo, Drammaturgo e Premio Nobel per la letteratura).
    Avendo negato Dio, la centralità della sua opera fu quella di affermare l'assurdità, il turbamento e l'inconsistenza dell'uomo di fronte all'esistenza.

    1. Non potè però evitare di stimare quell'Uomo di Nazareth.
      "Io non credo nella resurrezione però non posso nascondere l’emozione che sento di fronte a Cristo e al suo insegnamento. Di fronte a lui e di fronte alla sua storia non provo che rispetto e venerazione”.
  • Chabod Federico (Storico e Politico)
    Un grande intellettuale laico afferma:

    1. Non possiamo non essere cristiani, anche se non seguiamo più le pratiche di culto, perchè il Cristianesimo ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c'è tra noi e gli Antichi è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano. Anche i cosiddetti "liberi pensatori", anche gli "anticlericali" non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo"
      (Chabod, Storia dell'idea d'Europa, Laterza 2001, pag. 162)
  • Chesterton, Gilbert K. (Scrittore e Giornalista)

    1. "Il convertito non abbandona assolutamente le ricerche e nemmeno le avventure. Diventare cattolici non vuol dire rinunciare a pensare, esattamente come guarire dalla paralisi non vuol dire cessare di muoversi, bensì imparare movimenti esatti".
      (Chesterton, Le avventure di un uomo vivo (Manalive), Club degli Editori, 1965).
    2. "L'ideale cristiano non è stato messo alla prova e trovato manchevole: è stato giudicato difficile, e non ci si è mai provati ad applicarlo"
      (Chesterton, What's wrong with the world, 1910).
    3. "I sapienti –si sente dire- non vedono risposta all’enigma della ragione. Il male non è che i sapienti non vedono la risposta, ma che non vedono l’enigma".
      (Chesterton, Ortodossia, 1908).
      La frase indica l'incapacità dei non-semplici di sentire le grandi domande di significato della ragione.
    4. "Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa".
      (Chesterton, Ortodossia, 1908)
    5. "Quando non si crede più in Dio si rischia di credere a tutto".
  • Claudel, Paul (Poeta, Drammaturgo e Diplomatico).
    Uno dei maggiori poeti del suo tempo, mise alla base della sua opera la sua cattolicità.

    1. "L’uomo è desiderio insaziabile di un bene inestinguibile".

    1. "Santità non è farsi lapidare in terra di Paganìa o baciare un lebbroso sulla bocca, ma fare la volontà di Dio, con prontezza, si tratti di restare al nostro posto, o di salire più alto".
      (Claudel, L'annunzio a Maria, Vita e Pensiero, Milano 1989, pag. 26)
  • Dostoevskij, Fedor Michajlovic (Scrittore).

    1. "Non c’è nulla di più bello, di più profondo, di più ragionevole, di più coraggioso e di più perfetto di Cristo, e non solo non c’è, ma non può esserci. A tal punto che si mi si dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità ed effettivamente risultasse che la verità è fuori da Cristo, io preferirei restare con Cristo anziché con la verità ”.
      (Dostoevskij, Epistolario, Edizioni Scientifiche Italiane 1959, pag. 169).

    1. "Il segreto dell’esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive".
      Chi non riconosce il significato del vivere è condannato purtroppo a sopravvivere, e non a vivere.

  • Eliot, Thomas S. (Poeta e drammaturgo).

    1. "Un singolo europeo può non credere che la fede cristiana sia vera, e tuttavia tutto ciò che egli dice e fa scaturirà dalla parte della cultura cristiana di cui è erede, e da quella trarrà significato. Solamente una cultura cristiana avrebbe potuto produrre un Voltaire e un Nietzsche".
      (Eliot, Appunti per una definizione della cultura, Opere, Classici Bompiani 2003)
    2. Sottolineando come anche i cristiani non sono diventati immuni dal male, scrisse:
      "Attraverso la Passione e il Sacrificio, salvati a dispetto del loro essere negativo; bestiali come sempre, carnali come sempre, egoisti come sempre, interessati ed ottusi come sempre lo furono prima. Eppure sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce. Spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando, eppure mai seguendo un’altra via".
      (Eliot, Cori da "La Rocca", Mondadori 1971).
    3. Guardando all'ateismo di inizio secolo si domandò:
      "È la Chiesa che ha abbandonato l'umanità, o è l'umanità che ha abbandonato la Chiesa?"
      (Eliot, Cori da "La Rocca", Coro VII, Mondadori 1971)
    4. "Un cittadino europeo può non credere che il cristianesimo sia vero, e tuttavia quel che dice e fa scaturisce dalla cultura cristiana di cui egli e’ erede. Senza il cristianesimo non ci sarebbe stato neppure un Voltaire o un Nietzsche. Se il cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura, se ne va il nostro stesso volto".

  • Eco, Umberto (Scrittore, Filosofo e Semiologo).
    Famoso scrittore e intellettuale ateo.

    1. "Quand’anche Gesù fosse –per assurdo- un personaggio inventato dagli uomini, il fatto che abbia potuto essere immaginato da noi bipedi implumi, di per sé sarebbe altrettanto miracoloso (miracolosamente misterioso). del fatto che il figlio di un Dio si sia veramente incarnato. Questo mistero naturale e terreno non cesserebbe di turbare e ingentilire il cuore di chi non crede".
      (Eco, Cinque scritti morali, Bombiani 1997).
  • Galli della Loggia, Ernesto (1942, Storico e Giornalista)
    Editorialista del Corriere della Sera e importante pensatore contemporaneo. Si dichiara "non credente".

    1. "Se Dio esiste, se esiste una rivelazione, è impossibile che non sia quella di Gesù Cristo. Solo qui c'è questa commossa solidarietà con l'umano. Si può non credere, ma tutto questo è incomparabile"
      (Galli della Loggia, Libero, 6 dicembre 2001)

  • Garrison, Fielding Hudson (1870–1935, Storico della Medicina)
    Acclamato intellettuale a cavallo del '900.

    1. "Prima di Gesù l'atteggiamento degli uomini verso la malattia e la sfrotuna non era di compassione...il merito di aver dato sollievo su vasta scala alla sofferenza umana appartiene al Cristianesimo"
      (citato da Woods, Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale, Cantagalli 2007, pag. 177-178)
  • Girard, Renè (1923, Antropologo e Critico letterario)
    Grandissimo intellettuale e storico cattolico francesce.

    1. "L'azione del cristianesimo nel nostro mondo ha creato una società che non è comparabile a nessun'altra, e questa tendenza oggi ha unificato il mondo. Per quanto si esaminino le testimonianze antiche e si facciano inchieste non si troverà nulla che assomigli anche solo da lontano alla preoccupazione moderna per le vittime. Nè la Cina dei mandarini, nè il Giappone dei samurai, nè le Indie, nè le civiltà precolombiane, nè la Grecia, nè la Roma della repubblica o dell'impero si curavano minimamente delle vittime che, con mano generosa, sacrificavano ai loro dei, all'onore della patria, all'ambizione di grandi o piccoli conquistatori.
      Ormai per sfuggire davvero al Cristianesimo, il nostro mondo dovrebbe rinunciare del tutto alla sensibilità per le vittime ed è appunto quello che Nietsche e il nazismo avevano compreso"

      (Gerard, Vedo Satana cadere come la folgore, Adelphi, Milano 2001, pag. 218-234)

  • Ginzburg, Natalia (1916-1991, Scrittrice)
    Grande intellettuale di sinistra in primo piano nella letteratura italiana del '900.

    1. Difese strenuamente la presenza del crocefisso nelle scuole, opponendosi ai "compagni" comunisti in questo modo:
      "Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E' l'immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. a rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse negare che ha cambiato il mondo? Sono quasi duemila anni che diciamo "prima di Cristo" e "dopo Cristo". O vogliamo forse smettere di dire così? [..] Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. [..] Il crocifisso ci rappresenta tutti".
      (Ginzburg, Non togliete quel crocifisso, l'Unità, 22/03/1988).
  • Goethe, Johann Wolfgang (Scrittore e Poeta).
    Il più grande letterato tedesco, credente ma anticonfessionale.

    1. "Chi può dare a Dio un nome e proclamare: Io credo in lui? Colui che tutto comprende, che tutto regge, non comprende e regge me, te, se stesso? Non s'incurva lassù la volta del cielo? Non si stende quaggiù ferma la terra? E non salgono in alto, di qua e di là, eterne stelle? Non si specchia il mio occhio nel tuo? E l'universo tutto non s'impone alla tua mente e al tuo cuore, agitandosi in eterno mistero, visibile, invisibile, a te d'intorno? Riempiene il tuo cuore quant'è grande e se questo sentimento ti rende interamente beata, chiamalo come vuoi, chiamalo felicità! cuore! amore! Dio! Io non ho un nome per esso! Sentire è tutto, il nome è un suono e un fumo, che annebbia lo splendore celeste!"
      (Goethe, Urfaust, pag.190)
    2. "La religione naturale, in realtà, non ha bisogno di una fede, poiché la convinzione, che dietro la natura si nasconda un grande essere creatore che ordina e guida, una tale convinzione è evidente a tutti".
      (Goethe, Viaggio in Italia, Mondadori 2006)
  • Hesse, Hermann (Scrittore, Poeta, Pittore e premio Nobel per la letteratura)
    Credente e vicino a posizioni esistenzialiste e spiritualiste.

    1. "Arte significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio".
      (Hesse, Klein e Wagner, 1919)
  • Kafka, Franz (Scrittore)
    Importante e famoso scrittore ateo.

    1. Il suo amico Janouch domanda:"E Cristo?". Kafka, chinando il capo: "E’ un abisso pieno di luce. Bisogna chiudere gli occhi per non precipitarvi”.
      (Conversazioni con Kafka di Janouch Gustav, Guanda Editore 2005).

  • Kerouac, Jean (1922-1969, Scrittore)
    Padre della Beat generation (termine da lui coniato nel 1947) fu un inquieto credente, morto a 47 anni, nel 1969, per abuso di alcool.

    1. La sua inquietudine si dimostra in questa preghiera spesso ripetuta:
      "Dio, devo vedere il tuo volto questa mattina, il Tuo Volto attraverso i vetri polverosi della finestra, fra il vapore e il furore; devo sentire la tua voce sopra il clangore della metropoli. Sono stanco, Dio. Non riesco a scorgere il tuo volto in questa storia"
      (Kerouac, Un mondo battuto dal vento. I diari di Jack Kerouack: 1947-1954. Milano, Mondadori 2006, pag. 219)
    2. Oppure in questa nota dell'agosto del '49, che riassume la sua vita:
      "La vita non è abbastanza. Allora cosa voglio? Voglio una decisione per l’eternità, qualcosa da scegliere e da cui non mi allontanerò mai, in nessuna oscura esistenza o qualunque altra cosa accada. E qual è questa decisione? Un qualche tipo di febbre della comprensione, un’illuminazione, un amore che andrà oltre, trascenderà questa vita verso nuove esistenze, una visione seria, finale e immutabile dell’universo. Questo è ciò che intendo quando dico che "voglio degli Occhi". Perché dovrei volere tutto questo? Perché qui sulla terra non c’è abbastanza da desiderare"
      (Kerouac, Un mondo battuto dal vento. I diari di Jack Kerouack: 1947-1954. Milano, Mondadori 2006, pag. 275)
    3. "Gli insegnamenti di Gesù Cristo sono stati una svolta, un modo per confrontarsi con il terribile enigma della vita umana e confondersi di fronte ad esso. Che cosa miracolosa! Quali pensieri deve aver avuto Gesù prima di "aprire la sua bocca" e iniziare il Discorso della montagna. Che pensieri profondi, oscuri e silenziosi. Gesù è stato il primo, e forse l’ultimo, a riconoscere che affrontare il mistero ultimo della vita è l’unica attività importante a questo mondo".
      (Kerouac, Un mondo battuto dal vento. I diari di Jack Kerouac: 1947-1954. Milano, Mondadori 2006, pag. 66)
    4. In un'intervistà, il giornalista Ted Berrigan gli chiese:"Come mai non hai mai scritto di Gesù?". E lui simpaticamente risponde:
      "Io non avrei scritto nulla di Gesù? Non venirtene a casa mia a fare il pazzo bugiardo. Tutto ciò su cui scrivo è Gesù"
      (Kerouack, The Art of Fiction No. 41, Estate 1968, pag. 28)
    5. "Questa conoscenza della vita e dell’eternità non è una follia è solo quel caro e intenso amore che proviamo verso la nostra difficile condizione. Con la grazia di Dio Misterioso, alla fine dei tempi, forse soltanto in quel giorno essa verrà risolta e chiarita per tutti noi. Altrimenti non posso vivere. Senza eternità non si può vivere".
      (Kerouac, Un mondo battuto dal vento. I diari di Jack Kerouack: 1947-1954. Milano, Mondadori 2006, pag. 229)
    6. Alcuni ritengono sia sia convertito al buddhismo, ma lui, quasi rispondendo scriverà:
      "Ma io non sono un buddista, sono un cattolico che rivisita la terra ancestrale che ha lottato per difendere il cattolicesimo contro difficoltà insormontabili, e che eppure alla fine ha vinto"
      (Kerouac, Satori in Paris and Pic, Two Novels. New York, Grove Press 1985, pag. 69)
    7. Poco prima di morire volle chiarire che il beat nato da lui aveva radici religiose appartenenti pienamente alla Chiesa. Constatò tristemente che:
      "Un sacco di opportunisti, profittatori, comunisti saltarono sul carro. Ferlinghetti saltò sul carro e trasformò l’immagine della Beat Generation che originariamente rappresentava persone che amavano la vita e la dolcezza. Ai giornali parlò di ribellione beat, di insurrezione beat, parole che io non ho mai usato, essendo cattolico. Non sono un beatnik, sono un cattolico".
      Seppur come ammise lui stesso:
      "Una cattolicità mistica, strana solitaria e pazza"
      (Intervista, l’ultima prima della morte, realizzata da William F. Buckley all’interno del Firing Line Show nel 1968)
  • Lagerkvist, Pär Fabian (Poeta, Drammaturgo e Scrittore)
    Premio Nobel nel 1951, Lagerkvist è il più importante scrittore svedese. Estimatore dei valori cristiani, è stato sempre alla ricerca di Dio, credendoci ma mai fino in fondo.
    Rivolgendosi a Lui disse:

    1. "Chi sei Tu che colmi il mio cuore della tua assenza? Che colmi tutta la terra della tua assenza?"
      (Lagerkvist, Uno sconosciuto è il mio amico, Poesie, Guaraldi 1991)
    2. E al "Dio che non esiste":
      "..non c'è nessuno che ode la voce risonante nelle tenebre, ma perché la voce esiste?"
      (Lagerkvist, Al Dio che non eiste, Poesie, Guardaldi 1991)
    3. Le ultime parole del suo capolavoro: "Barabba", sono rivolte a Dio:
      "A te raccomando l'anima mia"
      (Lagerkvist, Barabba, Jaca Book 2004)
  • Leopardi, Giacomo (Poeta, Filosofo e Scrittore)
    Il poeta è il grande testimone della disperazione e aridità a cui l’uomo può arrivare senza il riconoscimento di un significato nella vita, poiché è palese la vanità della stessa (anche se in un momento della vita vi è andato molto vicino: vedi la poesia: “Alla sua donna”.)

    1. "Tu dei sapere che io fino nella prima gioventù, a poche esperienze, fui persuaso e chiaro della vanità della vita, e della stoltezza degli uomini; i quali combattendo continuamente gli uni cogli altri per l'acquisto di piaceri che non dilettano, e di beni che non giovano; sopportando e cagionandosi scambievolmente infinite sollecitudini, e infiniti mali, che affannano e nocciono in effetto; tanto più si allontanano dalla felicità, quanto più la cercano".
      (Leopardi, Dialogo della Natura e di un Islandese, 1824)
  • Mann, Thomas (Scrittore e Saggista)
    Uno dei più grandi scrittori del '900. Credente e luterano.

    1. "Il nostro essere è solo il punto di incidenza tra il non essere e il sempre essere, e la nostra esistenza temporale è solo il mezzo attraverso cui l'eternità si manifesta".
      (Mann, Giuseppe il Nutritore, 1943)
    2. "Perchè la Bellezza, odimi bene, Fedro, la Bellezza soltanto è divina e visibile a un tempo, ed è per questo che essa è la via al sensibile, è, piccolo Fedro, la via che mena l'artista allo spirito".
      (Mann, La morte a Venezia, 1912)
    3. A propostito di eutanasia:
      "I medici non sono al mondo per facilitare la morte ma per conservare a qualunque prezzo la vita".
      (Mann, Buddenbrooks, 1901)
  • Montale, Eugenio (Poeta e Giornalista)

    1. Grande cercatore di Dio, capiva che la realtà è segno di Altro, tutto porta "più in la".
      "Qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto: più in là".
      (Montale, L'agave sullo scoglio, Ossi di seppia 1925)
    2. La sua poesia più bella recita:
      "Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto".
      (Montale, Forse un mattino andando in un'aria di vetro, Ossi di seppia 1925)
      Più si toglie dalla realtà il Mistero e più appare "l'infinita vanità del tutto". Chi se ne accorge, se non vuole cedere, può solo andarsene zitto col suo segreto e non voltarsi più.
  • Pasolini, Pier Paolo (Poeta, Scrittore e Regista).

    1. "Manca sempre qualcosa, c’è un vuoto in ogni mio intuire. Ed è volgare questo non essere completo, è volgare, mai fui così volgare come in questa ansia, questo “non avere Cristo".
      (Pasolini, L’alba meridionale in Poesia in forma di rosa, 1964, vv. 135-152).
    2. Credente ma non riusciva a riconoscere la divinità di Cristo a causa dell'ideologia moderna:
      "Il film l’ho girato [Il Vangelo secondo Matteo]. L’ho trovato, Cristo, l’ho rappresentato! E ora il non trovarlo, il non rappresentarlo non è che una torbida, ingenua guerra di sentimenti entrati nella mia anima da un mondo non mio - che quindi mi aliena"
      (Pasolini, L’alba meridionale in Poesia in forma di rosa, 1964, vv. 202-207)
  • Pavese, Cesare (Scrittore).

    1. "Ciò che un uomo cerca nei piaceri è un infinito e nessuno rinuncerebbe mai alla speranza di conseguire questa infinità".
      (Pavese, Il mestiere di vivere, pag. 190).

      La frase sottolinea che ciò che l'uomo cerca è l'infinito, l'uomo è fatto per esso.
    2. "Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?"
      (Pavese, Il mestiere di vivere, pag. 276).
    3. Commento dopo aver ottenuto il più noto premio letterario italiano, il Premio Strega:
      "Hai anche ottenuto il dono della fecondità. Sei signore di te, del tuo destino. Sei celebre come chi non cerca d’esserlo. Eppure tutto ciò finirà. Questa tua profonda gioia, questa ardente sazietà, è fatta di cose che non hai calcolato. Ti è data. Chi, chi, chi ringraziare? Chi bestemmiare il giorno che tutto svanirà?".
  • Petrarca Francesco (Scrittore e Poeta)
    Poeta italiano di fama universale, abbracciò gli ordini minori della Chiesa cattolica.

    1. "Vergine chiara e stabile in eterno, di questo tempestoso mare Stella, d'ogni fedel nocchier fidata guida, pon mente in che terribile procella. I mi ritrovo sol senza governo, ed ho già da vicin l' ultime strida: ma pur in te l'anima mia si fida.
      (Petrarca, Rime in morte di Laura, Canzoniere, 1374)
    2. "Vergine bella che di sol vestita, coronata di stelle, al sommo Sole piacesti si, che 'n te sua luce ascose, amor mi spinge a dir di te parole; Ma non so incominciar senza tu' aita, e di Colui che amando in te si pose. Invoco lei che ben sempre rispose, chi la chiamò con fede.
      (Petrarca, Rime in morte di Laura, Canzoniere, 1374)
  • Pirandello, Luigi (Drammaturgo, Scrittore, Poeta e Premio Nobel).
    Credente, inzialmente cattolico e poi si allontanò da esso.

    1. "Se Dio mi vuol far credere ch’Egli è dovunque e che veglia su tutti, e dunque pure su me; ch’Egli d’una giustizia è dispensiere la qual col nostro metro non si misura né intender ci è dato, dovrò dargli per questo dispiacere? Gli crederò: che costa, alla fin fine, una preghiera? Io rimango credente, ei Dio rimane".
      (Pirandello, Credo, in Fuori di chiave 1912, III)
  • Quasimodo, Salvatore (Poeta)
    Grazie alla sua amicizia con La Pira, in una delle sue ultime interviste, al giornalista che gli domanda se fosse credente, risponde:

    1. "Sì io sono credente, ma la mia fede è quella di sant’Agostino, è una fede nell’attesa, una fede nella attesa della pienezza. Ecco, io comunque non sono ateo, sono un cristiano e non potrei non esserlo, la mia è l’attesa di sant’Agostino, l’attesa della fede".
      (Carteggio La Pira - Quasimodo, Edizione Artioli 1998)
  • Steinbeck, John Ernst (Scrittore e Premio Nobel)
    Uno degli scrittori più noti del XX° secolo.

    1. "Vale la pena esser buoni e generosi. Non soltanto in Cielo uno si guadagna la ricompensa, ma anche qui sulla terra".
      (Steinbeck, Pian della Tortilla, 1935. Pag. 91)

    1. "Cristo inchiodato alla croce dovrebbe essere qualche cosa di più che non il simbolo del dolore universale. Potrebbe tenere tutto il dolore. Nel breve tempo che fu sui chiodi sofferse nel suo corpo il dolore di tutti, e in Lui non passò nulla di deforme".
      (Steinbeck, Al Dio sconosciuto, Mondadori 1999)
  • Tasso, Torquato (Poeta e Scrittore)
    Sincero credente e dubbiosamente cattolico.

    1. "Quella della musica è una delle tre vie per le quali l'anima ritorna al Cielo".
      (Tasso, Esposizioni dell'autore d'alcune sue rime, in Opere, nota al sonetto CXXXVIII)
      Le altre due sono l'amore o la bellezza, e la filosofia.
    2. "Tu, Regina del ciel, ch' a noi ti mostri / Umida i lumi e l' una e l' altra gota, / Fa di lagrime dono a gli occhi nostri, / Ed ambe l' urne in lor trasfondi e vota, / Perché, piangendo, a gli stellanti chiostri / Teco inalzi il pensier l' alma devota; / Parte del Tebro in su la verde riva / Il tuo santo dolor formi e descriva".
      (Tasso, Rime e Prose, 1581)
    3. "In questo sacro legno [la croce di Cristo], ove la vita / Fu la sua prima foglia, e'l frutto morte, / Estinta morte prende oggi la morte, / E più bella, che pria, torna la vita".
      (Tasso, Rime e Prose, 1581)
  • Tolstoj, Lev Nikolaevič (Scrittore)
    Uno dei più importanti romanzieri di sempre, si convertì al cristianesimo intorno al 1970.

    1. "Non mi fa paura che mi si accusi di essere retrogrado perché non soltanto non ritengo che la religione sia una superstizione, ma, al contrario, ritengo che la verità religiosa sia l'unica verità accessibile all'uomo, e la dottrina cristiana io la ritengo una verità che – lo vogliano riconoscere gli uomini o no – si trova a fondamento di tutto il sapere umano, e non mi fa paura nemmeno mi si condanni perché ho l'orgoglio di chiamarmi cristiano".
      (Tolstoj, Le memorie di un cristiano, 1884)
    2. "Cercate il regno di Dio e la sua verità, e il resto vi sarà dato in aggiunta"(Lc 12,31). Noi invece cerchiamo il resto ed è evidente che non lo troviamo".
      (Tolstoj, Resurrezione, 1899)
    3. "La dottrina dell'ideale cristiano è l'unico ideale che può servire di guida all'umanità.
      (Tolstoj, La sonata a Kreutzer (Postilla dell'autore), 1889)
    4. "Dio, non è con l'intelligenza che Lo si capisce, ma è la vita che Lo fa comprendere".
      (Tolstoj, Guerra e pace 1963)
  • Ungaretti, Giuseppe (Poeta)
    Nel 1828 Ungaretti, in periodo della Pasqua, va al monastero di Subiaco, ospite dell’amico Vignanelli, e abbraccia definitivamente la religione cattolica.

    1. Di questa conversione parla lui stesso:
      "Di ritorno a Marino, d’improvviso seppi che la parola dell’anno liturgico mi si era fatta vicina nell’anima"
      (L. Piccioni, Per conoscere Ungaretti, Milano, Mondadori, 1971, pagina 34)
    2. Commentando la sua poesia: "La pietà", afferma:
      "La pietà fu pubblicata per la prima volta, in un testo da me tradotto, nella “Nouvelle Revue Francaise”, e suscitò, dato il momento storico, diffuso turbamento. È la prima manifestazione risoluta di un mio ritorno alla fede cristiana. Nacque, durante la settimana santa, nel monastero di Subiaco, ospite del mio compagno don Francesco Vignanelli, monaco a Montecassino"
      (L. Piccioni, Ungaretti Vita d’un uomo, Mondatori classici, pagina 539).
    3. La sua prima intuizione poetica però, avviene nel 1916:
      "Chiuso fra cose mortali (Anche il cielo stellato finirà), perché bramo Dio?".
      (Ungaretti, Dannazione, 1916)
  • Virgilio, Publio Marone (Poeta)
    Il più grande poeta dell'antichità, morto 10 anni prima della nascita di Cristo, è stato riconosciuto, fin dai primi cristiani e dai poeti a lui amici (vedi poeta Stazio) come profeta della nascita di Gesù, anche grazie alle incredibili somiglianze con il profeta Isaia. Pochi anni prima di Cristo, nella quarta bucolica scrive:

    1. "Ricomincia da capo la grande sequenza ciclica delle epoche, anche la Giustizia fa ritorno, una nuova progenie viene fatta scendere dall’alto. Tu, o casta Lucina, sii propizia al fanciullo che ora sta per nascere, col quale primieramente l'età del ferro cesserà e (quella) dell'oro sorgerà in tutto il mondo. Egli riceverà la vita degli dei e vedrà gli eroi assieme (con gli) dei, e egli stesso sarà visto da essi, e reggerà il mondo pacificato per le virtù paterne. Se alcune tracce della nostra malvagità rimangono, (saranno) cancellate, libereranno il mondo dalla continua paura. [..] O prole cara agli dei, grande rampollo di Giove, assumi i grandi onori, già il tempo si avvicina. Guarda il mondo che vacilla sulla (sua mole) sferica, e le terre e le distese del mare e il cielo profondo, guarda, come tutto si rallegra per l'età che è per venire.
      (Virgilio, Eglogae, Bucolica IV)
  • Vittorini, Elio (1908–1966, Scrittore)
    Famoso scrittore anticlericale.

    1. "Come cultura, Gesù Cristo è non meno importante di ciò che è come fede o vita dei fedeli. Nulla di quanto gli uomini hanno detto di nuovo o concreto o anche solo di utile, dopo di lui, è stato detto in contrasto con lui".
      (Vittorini, Il Politecnico 1946, citato anche in Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, collana Sestante, Società Editrice Internazionale, 2001 ISBN 880505867X, pag. 92).