La notizia che rimbalzata sui quotidiani di oggi è questa (e non è lo scherzo del primo aprile..): a metà di questo mese uscirà un libro che ha già creato molto rumore in Inghilterra. Il titolo sarà "Gli errori di Darwin".
Sono già moltissimi i libri in circolazione che trattano di questo argomento, ma ciò che ha creato scandalo è che gli autori siano due celebri scienziati atei: il noto filosofo e scienziato Jerry Fodor e lo scienziato cognitivo ed evoluzionista Massimo Piattelli Palmarini.
Il libro e gli autori.
“Gli errori di Darwin” si apre con la rassegna di duecentoquaranta lavori pubblicati sulle più importanti riviste di biologia del mondo, e trova l'appoggio di altrettanti celebri evoluzionisti. Evidentemente feroci critiche non si sono fatte attendere, ma sembrano assolutamente minoritarie e reattive.
I due autori affermano, in un articolo su New Scientist, che la selezione naturale [notoriamente strumentalizzata per sostenere la non-esistenza di Dio], ha mostrato un’insidiosa tendenza imperialistica, le sue spiegazioni ex-post si sono diffuse dalla biologia a un ampio numero di altre discipline, dalla filosofia alla psicologia, dall’antropologia alla sociologia, fino all’estetica e persino alla teologia; quindi, se si demolisce l’efficacia della selezione in biologia, cadrà anche la possibilità di utilizzarla (a sproposito, ritengono) in altre discipline.
Piattelli Palmarini, di cui avevamo già parlato, è autore di un articolo uscito l'11 maggio 2008 sul Corriere della Sera intitolato: L'ornitorinco sconfigge Darwin, dove afferma, tra l'altro: "Il segreto, ancora largamente misterioso, risiede senz'altro in proprietà interne, nell'organizzazione dei sistemi genetici, non nella selezione naturale".
In un'intervista del Foglio del 25 marzo 2010, dal titolo: "Ciao Darwin. Perché la selezione naturale non spiega nemmeno l’evoluzione" parla del nuovo libro: "La nostra critica è totalmente laica e lontana da risonanze creazioniste. E’ una critica fatta in nome di una scienza migliore, di una spiegazione dell’evoluzione biologica interamente naturalistica. Non sappiamo molto bene come funzioni l’evoluzione; non lo sapeva neanche Darwin, e non lo sa esattamente (per quel che possiamo stabilire) nessun altro".
Poi aggiunge una cosa molto interessante: "Per quanto riguarda Fodor e me, ci sembra che l’estensione darwinistica sia tale da escludere che la teoria possa ancora dirsi darwiniana. La selezione naturale esiste, ma non è il meccanismo che genera specie nuove. Nel libro diciamo che la selezione è l’accordatore del pianoforte, non il compositore di sinfonie".
Chissà se a questo compositore di sinfonie sia lecito mettere l'iniziale maiuscola...
Elogi, critiche ed offese.
Basta e avanza, per offendere l’ortodossia ultradarwinista di personaggi come Richard Dawkins, Steven Pinker, Daniel Dennett, impegnati quotidianamente a chiedere di scegliere tra Dio e Darwin. Scelta che il grande scienziato Charles Darwin non chiedeva affatto, come tantissimi suoi amici evoluzionisti, darwinisti credenti o agnostici (vedi Wallace, Huxley, Henslow, Mivart, De Filippi, Chambers, Rosa, De Nouy, Sinnott, Marcozzi ecc..).
Dopo aver citato il "Creatore" alla fine del suo celebre "L'origine della specie", si defiitì infatti "agnostico". La crisi della fede, come si sa benissimo, arrivò in lui non dai suoi studi scientifici ma dalla morte di sua figlia Anna in tenera età. Nella sua Autobiografia (1978) dira: "Il mio giudizio è spesso fluttuante e persino nelle mie fluttuazioni più estreme non sono mai stato ateo nel senso di negare Dio. Credo che in generale, ma non sempre, la mia posizione possa essere descritta più appropriatamente con il termine agnostico".
Tornando al libro. Uno dei più importanti apprezzamenti ricevuti arriva invece dal genetista e biologo di fama internazionale, luminare dell’Università di Harvard, Richard Lewontin, amico e collega di Stephen Gould, agnostico ma non militante.
Nell'articolo apparso sul Il Foglio, ha spiegato la sua posizione, nettamente in contrasto con il neodarwinismo di Richard Dawkins:
"Si tratta di un saggio molto importante. L’opera di Darwin è piena di ambiguità e di contraddizioni. Fodor e Piattelli-Palmarini sono corretti quando tracciano la crisi della dottrina evoluzionistica.
La selezione naturale non è una nozione mistica, come tendono invece a definirla i neodarwinisti. I cultori dell’evoluzionismo come Dennett e Dawkins hanno fatto dell’evoluzione una
nozione astratta. Preferisco parlare di evoluzione con i miei amici biologi e chimici".
Ancora: "Abbiamo dedicato entrambi energie e inchiostro [lui e Gould] per controbattere alcune delle più famose fra queste derive neodarwiniste, ma pensiamo che sia necessario estirpare l’albero dalle radici; dimostrare che la teoria di Darwin della selezione naturale ha delle falle fatali”.
Addio alla chiesa neodarwinistica.
Attendendo la recensione italiana del libro "There's a God", di Antony Flew, ex padre dell'ateismo scientista e maestro di Dawkins, convertitosi al deismo grazie ai suoi studi scientifici, non possiamo non rilevare che il neodarwinismo è potente come non mai, è uno dei più intoccabili mostri sacri della cultura contemporanea. Dopo la fine del marxismo, il neodarwinismo è assurto poi come il più poderoso vessillo antireligioso. Metterlo in discussione significa vedersi chiudere ogni porta in ambito accademico. Lewontin si definisce nemico di "un tipo di darwinismo volgare, caratteristico di fine Ottocento e riportato in auge negli ultimi dieci anni, che vede tutti gli aspetti della forma, della funzione e del comportamento di tutti gli organismi come foggiati fino all’ultimo
dettaglio dalla selezione naturale".
La teoria Darwinistica è stata per anni promossa ideologicamente come sostegno all'ateismo scientista. Il fondamentalismo che vi sta dietro è tutto racchiuso in un episodio che Palmarini racconta:
"Jerry Fodor, cooautore del libro, ha tenuto lo scorso anno una conferenza su questi temi a Londra. Un signore anziano si è alzato dalla platea e lo ha rimproverato: queste cose non vanno dette e scritte, perché i creazionisti se ne approfitterebbero. "Anche se sono vere?", gli ha chiesto Fodor. "Soprattutto se sono vere", è stata la risposta".
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