giovedì 12 novembre 2009

Risposte: il Cristianesimo abolì la schiavitù

Ringrazio per i commenti positivi ricevuti e mi concentro esclusivamente su quelli negativi. L'articolo di riferimento è:
Il Cristianesimo abolì la schiavitù.

C'è un utente, il Censore (cioè chi esercita la censura, in questo caso censura storica) che, avendo finito subito gli argomenti a favore dell'ateismo, costruisce il suo sito prendendo spunto da quello che scrivo io.
Và detto che si dà un gran daffare per rispondere tempestivamente (questo è bello!), ma si appoggia ad una bibliografia inaccessibile ai più (quindi puzza di falso) e non assolutamente attendibile.
Chiedendo di dialogoare spulcia e fabbrica in modo macchiavellico delle contraddizioni. Questo non è dialogo è provocazione.
Un esempio?

  • Sul suo sito scrive (sostenendo che la Chiesa è favorevole alla schivitù): "Urbano VII proibì di far schiavi i nativi americani ma non parlò degli africani".

    1. Cioè, è come dire che Benedetto XVI è a favore della guerra perchè, ieri ha chiesto la pace nello Sri Lanka ma non ha parlato della guerra in Afghanistan...è una tecnica furba ma ha le gambe corte.
      Nessun Papa ha mai promosso o difeso la schiavitù, come pregio in sè (come l'ateo Nietzsche! vedi qui)
      Per dimostrare il contrario occorre portare l'intera fonte e non frasi estrapolate.

  • Un altro esempio: "L'autore della Prima lettera a Timoteo [San Paolo] sostiene che gli schiavi devono obbedire ai propri padroni altrimenti commetterebbero bestemmia contro Dio e la dottrina (1 Timoteo 6,1). Che strano, ma non si era detto che in Cristo non c'erano schiavi e padroni?".

    1. Ma come? Caspita era veramente un tiranno allora!
      Miliardi e miliardi di cristiani che hanno sempre ritenuto san Paolo un santo, possibile che non abbiano visto queste frasi?? Scriverò subito a Benedetto XVI chiedendogli di cambiare gli occhiali!
      Capite qual'è il trucco? Spulciare ed interpretare gli scritti, decontestualizzandoli e modificandone così il significato. Accade così perchè, l'ho ripetuto mille volte, non si conosce quel che si pretende di giudicare: si chiama, purtroppo, ignoranza. Poi cosa accade? Queste interpretazioni vengono "copiate-incollate" nei vari blog, il sito della UAAR pubblica l'articolo e Odifreddi o Dawkins, domani, ci fanno il libro.
      Le frasi dei libri vengono postate su altri siti ed ecco che dilaga (solo sul web per fortuna) l'ignoranza.

      Chi invece ha un minimo di cultura e conosce la Lettera a Timoteo sà bene che le affermazioni di san Paolo sono all'interno del capitolo dedicato alle indicazioni per la comunità cristiana primitiva, tra cui ci sono, appunto, le indicazioni ai fratelli che vivono in schiavitù e che hanno abbracciato il Cristianesimo.
      Questo basta già a dimostrare che San Paolo riteneva gli schiavi (nessun altro lo aveva mai fatto, a parte qualche affermazione di Seneca) come fratelli e parte integrante della comunità, in questo caso quella cristiana, al pari delle vedove e dei presbiteri (altri soggetti a cui sono rivolte le indicazioni).

      Cosa chiede agli schiavi? San Paolo non ha il potere di fare una rivoluzione culturale (ricordo che la schiavitù, prima che arrivasse il Cristianesimo, era cosa normale tanto quanto per noi oggi avere l'automobile)
      Chiede loro di continuare a vivere secondo i valori Cristiani, nonostante il giogo della loro condizione, cioè di non maltrattare i padroni (cioè i nemici) poichè anche loro sono fratelli, e maltrattare gli altri equivale a bestemmiare contro Dio. Di continuare a servirli per non essere giustiziati.
      E' l'insegnamento di Gesù: amare i propri nemici e porgere l'altra guancia poichè i cristiani rendono conto a Dio e non alla giustizia umana.

  • Infine dice: "l'atteggiamento verso la schiavitù è mutato con il passare dei secoli, con la nascita e la crescita della sensibilità nei confronti di questo problema, non con una cesura netta e calata dall'alto, ed è dunque fuori luogo attribuire al cristianesimo il merito di aver abolito la schiavitù."

    1. Questo arrampicarsi sui vetri mi fa venire in mente i bambini che, arrabbiati, di fronte ad un fiore rosso dicono: "No, no, no, è rosso!".
      La nascita e la crescità di sensibilità contro la schiavitù è stata parallela allo sviluppo del Cristianesimo.
      Per un ultima definitiva prova vedere l'enciclopedia Treccani sotto la voce "decadenza della schiavitù tradizionale" (vedi qui) e Wikipedia: (vedi qui) e (qui, sotto la voce "schiavismo nel medioevo")

Il blog è pieno di affermazioni di questo genere, totalmente estrapolate e decontestualizzate, che raramente c'entrano con il discorso centrale. Non è questo un dialogo. Comunque sostenere in questo modo che la Chiesa in fondo è sempre stata contro l'uomo, equivale (uso un paragone del logico Odifreddi) ad accusare alle ambulanze di non voler realmente soccorrere e curare i feriti perché in un anno ci sono stati dieci incidenti causati dall'alta velocità delle stesse.

Non posso non dar ragione a Tornielli quando diceva che "gli atei moderni fremono per appropiarsi dei grandi valori cristiani affannandosi a risultare a tutti i costi più "cristiani" dei cristiani".

  • Riccardo rispondendo a il Censore afferma:"Papa Paolo III, il 2 giugno 1537 pubblica la bolla Veritas Ipsa (nota anche come Sublimis Deus) che scomunica chiunque riduca in schiavitù o tenti di convertire a forza "gli Indiani e le altre genti" (vedi qui link interessante).

  • Il finegiustificaimezzi mi scrive: "Non è vero che fu solo Gesù a riconoscere la dignità degli schiavi. Negli scritti di Seneca, l'idea stessa era presente", e poi afferma che Gesù avrebbe scopiazzato Buddha
    .
    1. Abbastanza vero il fatto di Seneca. Ringrazio e apporto la modifica al post.
      Anche se quella di Seneca non aveva certo la radicalità di Gesù, tant'è che rimase un'idea moralmente giusta ma che non cambiò nulla per gli schiavi. Gesù riuscì, nel tempo, a modificare il tessuto culturale, dando valore e dignità ad essi. Infine Buddha non ha mai proclamato l'amore ai nemici, forse una sorta di indifferenza ad essi, ma niente a che vedere con la carità cristiana.

      Se i cristiani avessero "copiato" da Buddha non ci sarebbe tutto il fascino che i monaci buddisti hanno per Gesù e per i cristiani (vedi qui)