venerdì 16 luglio 2010

Il record di suicidi in Cina è causato dell'ateismo governativo.


Come sanno tutti l'azione di un governo è decisa dalla mentalità e dalla cultura dei suoi governanti e politici. Cosa accade se una Nazione decide che la sua politica è ufficialmente atea? Recentemente si è verificata una lunga serie di suidici nell'azienda Foxconn in Cina. Ciò conferma le statistiche che vedono metà delle morti per suicidio nel pianeta avvenire in Cina (vedi unmadeinchina.org, L'occidentale e PeaceReporter). Wei Jingsheng, grande dissidente cinese ne spiega il motivo ad AsiaNews: è colpa della repressione politica ateo-marxista. La responsabilità è del Partito comunista cinese, il quale è ancora mosso ideologicamente dall'ateismo governativo (vedi Wikipedia). Sotto questo sistema, i capitalisti sono liberi di usare i lavoratori come animali. La stessa teoria marxista dice “i lavoratori sono soltanto uno dei fattori essenziali della produzione”.
Gli avvenimenti della Foxconn sono sicuramente collegati alla “dittatura del proletariato” promossa dalla politica cinese, la quale, oltre a non prevedere aiuti per la sussistenza dei lavoratori delle campagne, ha aiutato i capitalisti a distruggere il più importante avversario nella competizione per il lavoro, ovvero i sindacati. Senza rappresentanti dei lavoratori, non c'è alcuna necessità di pagare salari ragionevoli agli operai. Quando Amnesty International parla di continue violazioni dei diritti umani in Cina, con 500.000 persone attualmente in detenzione punitiva duratura senza accusa né processo, censura di Internet, repressione delle minoranze ecc.., dobbiamo pensare anche alla gabbia della Foxconn. Sempre AsiaNews in data 2/12/04 aveva rivelato che il dipartimento di propaganda del Partito comunista cinese, aveva elaborato un nuovo documento in cui si promuoveva l'ateismo, mettendo al bando religioni e superstizione. Obiettivo del documento: sconfiggere le conversioni fra i vertici del partito e i giovani.


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