E’ arrivata ieri la notizia della nuova crociata contro i medici obiettori di coscienza: il Consiglio d’Europa (anzi, un sotto-comitato di 14 membri) ha infatti accolto un ricorso della Cgil, sostenendo che i medici non obiettori in Italia verrebbero discriminati e che sarebbe ostacolato alle donne l’accesso all’aborto.
Solite sciocchezze che ciclicamente rispuntano fuori, un giudizio oltretutto in contraddizione –come ha fatto notare Luca Volonté- con il pronunciamento che lo stesso Consiglio d’Europa aveva pubblicato nel 2010, nel quale non solo si invitavano gli Stati membri a tutelare innanzitutto il diritto all’obiezione di coscienza per tutti, ma anche – in quella sede – si era valutata la posizione italiana e si era preso atto che essa non era solo corretta, ma contemperava, da un lato, i diritti della donna e, dall’altro, i diritti degli obiettori....