Attraverso una verifica telefonica con i Comuni italiani si è scoperto che il numero dei testamenti biologici depositati presso gli uffici comunali è una sciocchezza...e la vogliono far passare come «un'esigenza a livello nazionale». Qualche esempio: a Torino, nonostante l’approvazione in giunta a novembre, «il registro non è ancora attivo – spiega l'assessore ai Servizi civici – dopo la circolare interministeriale che stoppa i testamenti biologici e la risposta critica dell’Anci, la giunta ha deciso di sospendere l’applicazione della delibera, in attesa di un approfondimento giuridico». A Cagliari e provincia (oltre 560 mila abitanti, un terzo dei sardi), spiega l'assessore provinciale alle Politiche sociali spiega che si sono avvalsi di quest’opportunità «una cinquantina di persone, in genere motivate e preparate». A Genova (oltre 600 mila abitanti) il Comune da novembre 2009 ha raccolto circa 170 testamenti: «All’inizio erano in tanti a interessarsi, poi il flusso si è stabilizzato», raccontano dall’ufficio competente. Il Comune di Palermo fa sapere che «non si è dotato di un registro dei testamenti, anche in considerazione dei contenuti della nota ministeriale». Testamento biologico «congelato» anche a Bologna, dove secondo il commissario Cancellieri è meglio occuparsi di cose più «urgenti». Più consistenti i numeri di Roma, dove i testamenti sono rispettivamente 900 (da aprile 2009) e 200 (da ottobre 2009), ma per una popolazione urbana di oltre due milioni e mezzo di abitanti. Peccato che comunque, in assenza di una legge nazionale molto lontana da essere attuata, anche quei pochi testamenti depositati non valgano assolutamente nulla.
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