E' di oggi la notizia che il celebre fisico Stephen Hawkins ha cambiato idea e ha dichiarato che per spiegare l'origine dell'Universo non è necessario pensare a Dio. Attendiamo di leggere le sue spiegazione che riabilitano così la vecchia e screditata generazione spontanea. Ma c'è chi cambia idea anche in senso opposto: «Credo che l’universo sia stato creato da un’Intelligenza infinita e che le sue intricate leggi manifestino ciò che gli scienziati hanno chiamato la Mente di Dio. Ritengo che la vita e la riproduzione abbiano origine da una Fonte divina». Sembrerebbe la solita affermazione teistica di un onesto pensatore in ricerca religiosa il quale, osservando il cosmo, ne deduce la provenienza da un Dio creatore. Ma se tale frase è uscita dalla penna di quello che per decenni è stato uno degli atei più celebri del pianeta, beh, allora, la faccenda si fa interessante. Avvenire racconta che è lo stesso Antony Flew, filosofo inglese nato nel 1923 e morto lo scorso 8 aprile, docente in diverse università (Oxford, Aberdeen, Toronto), ad aver messo tutto nero su bianco nel suo ultimo libro, finalmente arrivato anche in Italia: "Dio esiste. Come l’ateo più famoso del mondo ha cambiato idea" (Alfa e Omega 2010).
Dalla negazione granitica di Dio all’adesione "scientifica" ad un Essere superiore. Nel 2007, quando è stata pubblicata la versione originale, aveva suscitato un vespaio di polemiche, compresa la reprimenda del solito zoologo ateo Richard Dawkins, che aveva attribuito a una decadenza senile la conversione di Flew, suo maestro di un tempo. Ovviamente la reazione infantile di Dawkins è errata: Flew stesso ha previsto nell'introduzione questo genere di critiche e dimostra nello svolgimento del pensiero una chiara lucidità di giudizio e un ribaltamento completo e ragionato delle affermazioni fino a quel punto promosse.
Militanza atea. Il super ateo ed ex marxista di Oxford fece la sua prima e pubblica professione di ateismo davanti ad un gigante del pensiero cristiano novecentesco, lo scrittore (e apologeta convertito) Clive S. Lewis, il narratore delle celebri "Cronache di Narnia". Espose il suo pensiero in 35 opere sulla sua mancanza di religiosità, interpretando il pensiero di Wittgenstein in chiave anti-religiosa: «Sfidavo i religiosi a spiegare come dovessero essere comprese le loro assunzioni», ovvero ad affermare la «logica» del dichiarare vera l’esistenza di Dio. Produsse poi altre due opere fondamentali, "God and Philosophy" e "The Presumption of Atheism", nel quale, rifacendosi a David Hume, sosteneva che «le tesi cosmologiche e morali a favore dell’esistenza di Dio non fossero valide. […] Sostenevo che una discussione sull’esistenza di Dio dovesse iniziare col supporre l’ateismo e che l’onore della prova dovesse spettare ai teisti».
La conversione. Ma nel 2004 si accorse di aver sbagliato tutto. Ad aiutarlo lo sviluppo scientifico. Per l’occasione scelse una platea importante, un convegno a New York: «Annunciai che accettavo l’esistenza di un Dio». E la motivazione era opposta e speculare alla negazione di un tempo: «Perché credo così, pur avendo esposto e difeso l’ateismo per più di mezzo secolo? È per il quadro del mondo che è emerso dalla scienza moderna, in particolare credo che il materiale del Dna abbia dimostrato, con la complessità quasi incredibile delle disposizioni di cui si necessita per generare la vita, che l’Intelligenza debba essere stata così coinvolta nel far sì che questi elementi diversi operassero insieme». Flew riconosce di essere sulla scia di altri che, come lui, hanno trovato nella ricerca scientifica una chiave per dimostrare che affidarsi a Dio non è una pia illusione. L’ex ateo cita, in primis, Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, di cui riprende questo passaggio: «La ragione mi parla dell’impossibilità quasi di concepire l’universo e l’uomo come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un’intelligenza». Tra gli altri, Flew cita John Polkinghorne, pastore anglicano e grande filosofo della scienza di Cambridge, e Francis Collins, colui che ha portato a termine la mappatura del genoma umano e autore del fortunato "Il linguaggio di Dio" (Longanesi).
E' rischioso quindi per un ateo riflettere troppo profondamente sulla propria posizione, può darsi che alla fine non ne sia più convinto. Flew chiude la sua confessione accennando al cristianesimo: «Alcuni sostengono di aver stabilito un contatto con questa Mente. Io no. Ma chi lo sa cosa potrebbe accadere in seguito? Certamente la figura carismatica di Gesù è così speciale che è sensato prendere in seria considerazione l’annuncio che lo riguarda. Se Dio si è davvero rivelato è plausibile che lo abbia fatto con quel volto». Su Youtube è possibile visionare una presentazione del libro.
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Dalla negazione granitica di Dio all’adesione "scientifica" ad un Essere superiore. Nel 2007, quando è stata pubblicata la versione originale, aveva suscitato un vespaio di polemiche, compresa la reprimenda del solito zoologo ateo Richard Dawkins, che aveva attribuito a una decadenza senile la conversione di Flew, suo maestro di un tempo. Ovviamente la reazione infantile di Dawkins è errata: Flew stesso ha previsto nell'introduzione questo genere di critiche e dimostra nello svolgimento del pensiero una chiara lucidità di giudizio e un ribaltamento completo e ragionato delle affermazioni fino a quel punto promosse.
Militanza atea. Il super ateo ed ex marxista di Oxford fece la sua prima e pubblica professione di ateismo davanti ad un gigante del pensiero cristiano novecentesco, lo scrittore (e apologeta convertito) Clive S. Lewis, il narratore delle celebri "Cronache di Narnia". Espose il suo pensiero in 35 opere sulla sua mancanza di religiosità, interpretando il pensiero di Wittgenstein in chiave anti-religiosa: «Sfidavo i religiosi a spiegare come dovessero essere comprese le loro assunzioni», ovvero ad affermare la «logica» del dichiarare vera l’esistenza di Dio. Produsse poi altre due opere fondamentali, "God and Philosophy" e "The Presumption of Atheism", nel quale, rifacendosi a David Hume, sosteneva che «le tesi cosmologiche e morali a favore dell’esistenza di Dio non fossero valide. […] Sostenevo che una discussione sull’esistenza di Dio dovesse iniziare col supporre l’ateismo e che l’onore della prova dovesse spettare ai teisti».
La conversione. Ma nel 2004 si accorse di aver sbagliato tutto. Ad aiutarlo lo sviluppo scientifico. Per l’occasione scelse una platea importante, un convegno a New York: «Annunciai che accettavo l’esistenza di un Dio». E la motivazione era opposta e speculare alla negazione di un tempo: «Perché credo così, pur avendo esposto e difeso l’ateismo per più di mezzo secolo? È per il quadro del mondo che è emerso dalla scienza moderna, in particolare credo che il materiale del Dna abbia dimostrato, con la complessità quasi incredibile delle disposizioni di cui si necessita per generare la vita, che l’Intelligenza debba essere stata così coinvolta nel far sì che questi elementi diversi operassero insieme». Flew riconosce di essere sulla scia di altri che, come lui, hanno trovato nella ricerca scientifica una chiave per dimostrare che affidarsi a Dio non è una pia illusione. L’ex ateo cita, in primis, Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, di cui riprende questo passaggio: «La ragione mi parla dell’impossibilità quasi di concepire l’universo e l’uomo come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un’intelligenza». Tra gli altri, Flew cita John Polkinghorne, pastore anglicano e grande filosofo della scienza di Cambridge, e Francis Collins, colui che ha portato a termine la mappatura del genoma umano e autore del fortunato "Il linguaggio di Dio" (Longanesi).
E' rischioso quindi per un ateo riflettere troppo profondamente sulla propria posizione, può darsi che alla fine non ne sia più convinto. Flew chiude la sua confessione accennando al cristianesimo: «Alcuni sostengono di aver stabilito un contatto con questa Mente. Io no. Ma chi lo sa cosa potrebbe accadere in seguito? Certamente la figura carismatica di Gesù è così speciale che è sensato prendere in seria considerazione l’annuncio che lo riguarda. Se Dio si è davvero rivelato è plausibile che lo abbia fatto con quel volto». Su Youtube è possibile visionare una presentazione del libro.
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