Uno dei giornalisti più noti in Italia è Michele Serra. Editorialista di Repubblica, autore televisivo (Che tempo che fa), e dichiaratamente «laico». Una laicità vera ed intelligente, profonda ed acuta e non la solita banalità ateologa dei militanti miscredenti. Durante un'intervista ad Avvenire ha dichiarato: «Ho avuto un’educazione cattolica piuttosto formale. Di essa rimane comunque il segno, anche da miscredente. Più in generale, mi affascina il mestiere del prete: occuparsi degli altri. Il mio rapporto con la Bibbia e le Scritture è molto scarso, quasi inesistente. La considero una lacuna culturale grave». Il giornalista continua: «Non sono mai stato un ateo militante, mi sembra una forma speculare di clericalismo [vedi UAAR]. Ho sempre avuto rispetto e interesse per le culture religiose e le forme di spiritualità. Amo molto Guareschi, ho ritrovato nei "Cento chiodi" di Olmi quello stesso sentimento di appartenenza a un destino che è insieme materiale e spirituale. Alla natura io mi inchino, non so se questa sia religione o un suo surrogato, ma è quanto mi basta per pregare, nella mia imperfetta maniera, e piuttosto di rado».
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