Per risalire al Gesù storico ci sono 3 strade: fonti cristiane, fonti non cristiane, reperti archeologici diretti ed indiretti.
Questa è una fonte storica non cristiana diretta.
Tacito (55-177 d.C.) è stato uno storico latino vissuto pochi anni dopo la morte di Cristo.
E' considerato uno degli storici più importanti dell'antichità, le sue opere fondamentali sono gli Annales e le Historiae, che illustrano la storia dell'Impero Romano del I secolo. Complessivamente, Tacito è considerato uno storico scrupoloso, attento e preciso. Si sa che aveva facile accesso ai documenti ufficiali degli Acta Diurna populi Romani (atti di governo e notizie su quanto avveniva nell'Urbe) e degli Acta senatus (i verbali delle sedute del senato) tra cui le raccolte dei discorsi di alcuni imperatori, come Tiberio e Claudio. Utilizzò anche una grande varietà di fonti storiche e letterarie di diversa provenienza.
Tacito, negli Annales (in cui vi è descritto il periodo da Augusto 14 d.c. a Nerone 68 d.c.) , attribuisce a Nerone la colpa di aver incendiato Roma (il 16 luglio del 64 d.C) ed è riferendosi a questo fatto che parla dei cristiani e di Cristo. Nerone incolpò la "setta" dei Cristiani per fugare le voci che invece lo accusavano come il vero colpevole dell'incendio.
Dicono gli "Annales":
"Nerone si inventò dei colpevoli e colpì con supplizi raffinatissimi coloro che il popolo, odiandoli per i loro delitti chiamava Crestiani. Prendevano il nome da Cristo che, sotto l'imperatore Tiberio, era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente soffocata, questa rovinosa superstizione si diffondeva di nuovo, non solo per la Giudea, origine di quel flagello, ma anche per Roma, dove da ogni parte confluiscono e trovano seguaci ogni sorta di atrocità e cose vergognose.
Perciò, inizialmente vennero arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro denuncia di questi, fu condannata una grande moltitudine, non tanto per l’accusa dell'incendio, quanto per odio del genere umano. Inoltre, a quelli che andavano a morire si aggiungevano beffe: coperti di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della notte.
Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi, mescolato alla plebe in veste d’auriga o ritto sul cocchio. Perciò, benché si trattasse di rei, meritevoli di pene severissime, nasceva un senso di pietà, in quanto venivano uccisi non per il bene comune, ma per la ferocia di un solo uomo".
(Tacito, Annales, 15,44)
La descrizione del cristianesimo è fatta in chiave decisamente negativa, bollata come "pericolosa superstizione" e "primitiva e immorale", cosicché è improbabile che il testo sia un'interpolazione di epoca cristiana.
Tacito conferma dunque alcune informazioni precise sulla vita di Gesù e dei Cristiani: riferendosi a Cristo non riporta espressioni quali "come si dice" o "come si sa", ma evidentemente attinge a fonti storiche ben precise.