giovedì 17 marzo 2016

Cesare Pavese annoiato dal banale anticlericalismo | UCCR

Incontro con Italo CalvinoTra le più belle esperienze che un cristiano può sperimentare c’è quella di imbattersi in persone lontane dal suo cammino e, tuttavia, percepire anche in loro il desiderio di compimento dell’esistenza che rende uniti gli uomini, di qualunque latitudine, di qualunque credo.
Per questo anche autori come Giacomo Leopardi possono diventare compagni di vita, addirittura aiutandoci ad approfondire la nostra fede (come abbiamo già avuto modo di sottolineare). Un altro grande riferimento può senz’altro essere e diventare Cesare Pavese, autore del bellissimo Il mestiere di vivere, ovvero il diario in cui lo scrittore piemontese annotava pensieri e sensazioni. Un capolavoro di umanità.
«Ti stupisci che gli altri ti passino accanto e non sappiano, quando tu passi accanto a tanti e non sai, non t’interessa, qual è la loro pena, il loro cancro segreto?» (Il mestiere di vivere, 17 agosto 1950). E qual è il cancro segreto di Pavese? E’ l’irrimediabile incompiutezza dell’esistenza. Ne parla il recente saggio di

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