martedì 10 novembre 2009

Risposte: perché la fede non è irrazionale

Ringrazio per i commenti positivi ricevuti e mi concentro esclusivamente su quelli negativi. L'articolo di riferimento è:
Perché la fede non è irrazionale.

  • Il Censore mi chiede: "Se la scienza proseguisse ad atti di fede come la religione, mi pare verosimile che la scienza moderna dovrebbe essere non troppo dissimile da quella di una quindicina di anni fa, come è successo per la religione (cristiana), ma questo non è assolutamente vero. Come si colloca questo fatto nella tua visione?"


    1. Innanzitutto faccio notare l'assurdo abbinamento tra progresso scientifico e progresso religioso. Il primo è bene che progredisca, il secondo, è bene che non progredisca troppo ma rimanga sempre più vicino alla sua origine: Gesù.

    1. La scienza non si basa su atti di fede?
      Affermare questo vuol dire giudicare senza conoscere quel che si vuol giudicare.
      La fede è un metodo di conoscenza dell'uomo: uno conosce una cosa perchè gliel'ha detta un altro di cui ha fiducia, si fida. Lo scienziato si fida dei testi e delle leggi scoperte dai suoi colleghi che lo hanno preceduto e ne prosegue il lavoro. Se stesse a verificare sempre tutto non ci sarebbe sviluppo scientifico. (Piccolo inciso: Richard Dawkins era certo degli studi di Antony Flew (ex padre dell'ateismo scientifico) perchè si fidava di lui. Poi quando Flew si è convertito grazie all'approfondimento del suo lavoro, Dawkins lo ha subito rinnegato. Questa è un esempio di slealtà con se stessi).

    1. Esempi clamorosi: ho già postato nell'articolo l'affermazione del logico Odifreddi, che afferma che tutta la cosmologia moderna è basata su un atto di fede. Sapevate poi che Margherita Hack, leader della UAAR, crede agli ufo basandosi su nessun dato scientifico?
      "Che ci sia la vita è indubbio [???], anche intelligente. Il problema, viste le distanze, è riuscire a entrare in contatto"
      . (La Stampa, 25 aprile 2007).
      Parole clamorose se dette da uno scienziato che per di più fa continua professione di razionalismo. Nulla ci sarebbe stato da obiettare se l’astrofisica avesse dichiarato che "è possibile" che vi siano forme di vita nell’universo (la parola indubbio significa: certo, senza alcun dubbio).
      Dov’è la prova scientifica certa dell’esistenza di esseri intelligenti fuori dalla terra? Nessuno l’ha mai fornita.
      Stando ai presupposti del razionalismo scientista dichiarare sicura l’esistenza di extraterrestri intelligenti, senza la prova scientifica, può essere solo una convinzione metafisica o ideologica o una superstizione o una percezione irrazionale. Ma così decenni di carriera rigorosamente atea-razionalista dell’astrofisica Hack andrebbero in fumo...

    1. Un altro grave errore del nostro amico è sostenere che lo sviluppo scientifico si sia realmente sviluppato in questi anni.
      Ah si? Allora paragoniamo quello che sostiene lui con quello che sostengono gli scienziati: il fisico teorico Franco Selleri, afferma che: "la scienza negli ultimi anni è progredita negli aspetti peculiari o nei dettagli, mentre i grandi impianti teorici che riguardano il microcosmo (il modello standard delle fisica delle particelle) e il macrocosmo (il modello cosmologico standard dell’origine dell’universo) sono prossimi a essere rimessi in discussione: i due concetti più popolari della scienza contemporanea, quark e Big Bang, vacillano paurosamente e dovranno forse essere eliminati dalla scienza futura"(Selleri, Fisica senza dogma, Dedalo, Bari 1989, pag. 5-6). Anche Lee Smolin (che voleva smontare la presenza di Dio con la scienza) ha dovuto ammettere che negli ultimi 25 anni gli scienziati (che pure si sono dati un gran daffare e non sono stati mai così numerosi) non hanno fatto compiere reali progressi alle scienze fisiche: "Abbiamo fallito. La nostra comprensione delle leggi della natura ha continuato a crescere rapidamente per oltre due secoli, ma oggi, nonostante tutti i nostri sforzi, di queste leggi non sappiamo con certezza più di quanto ne sapessimo nei lontani anni settanta" (Smolin, L’universo senza stringhe, Einaudi, Torino 2007, pag. 10). La verità è che la scienza attuale (e quindi gli atei scientisti) versa in una crescente difficoltà, e "la maggioranza degli operatori scientifici riconosce, comunque che è ormai venuta meno la fiducia illimitata nelle possibilità della scienza e ha abbandonato la distorsione ideologica dello scientismo che attribuisce al metodo della fisica la capacità di avere risposte alle domande fondamentali dell’uomo". (Arecchi, I simboli e la realtà, Jaca Book, Milano, 1990, pag. 12).