«Lurido carnevale». Così lo definì
Giovanni Testori, grande intellettuale (dichiaratamente gay). Per il regista
Franco Zeffirelli, anch’egli omosessuale,
si tratta invece di
«esibizioni veramente oscene». Parliamo del
Gay Pride, la noiosa sagra dell’arcobaleno fintamente felice, che genera lacerazioni sociali ovunque si svolga ed è avversato, sopratutto, dalle stesse persone omosessuali.
Il motivo
è spiegato da
Sandro Mangano, presidente dei “gay liberali italiani” (GayLib):
«Essere omosessuale non vuol dire essere un pagliaccio...