martedì 3 maggio 2016

Melita Cavallo, il giudice LGBT che non fa notizia | UCCR

cavalloNel novembre 2015 si è alzato un polverone mediatico sulla sentenza del Consiglio di Stato, attraverso la quale è stata ribadito l’incostituzionalità del matrimonio omosessuale in quanto «privo dell’indefettibile condizione della diversità di sesso dei nubendi, che il nostro ordinamento configura quale connotazione ontologica essenziale dell’atto di matrimonio».
Gli attivisti arcobaleno si sono scagliati contro uno dei cinque magistrati che hanno firmato la sentenza, Carlo Deodato, reo di essere cattolico e aver condiviso su Twitter un articolo di giornale in cui si criticavano le nozze gay. Insulti, minacce e sberleffi gli sono stati rivolti accusandolo di pregiudizio ideologico. Il magistrato e il suo buon operato sono stati tuttavia prontamente difesi anche da colleghi laici e apertamente favorevoli.

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