
Polkinghorne si concentra poi sulle recenti dichiarazioni di Stephen Hawking circa l'inutilità di Dio nella creazione del cosmo: «Anche se supponiamo che abbia ragione, si continua a non rispondere alla domanda di come le cose siano cominciate o perché esse esistono. Se la sua teoria è corretta, da dove è venuto tutto? La scienza non potrà mai rendere Dio superfluo. Su molte cose la scienza ha corretto la visione religiosa, e questo è stato vantaggioso per entrambe le parti per aiutare a vedere più chiaramente. Chi ha fede dovrebbe accogliere la verità da qualunque fonte essa proviene. Non tutta la verità viene dalla scienza, ma molto si. Mi dispiace quando vedo cristiani che voltando le spalle alla scienza. Invece alcuni scienziati ritengono che la fede sia una questione di chiudere gli occhi e stringere i denti, credere a cose impossibili presentate da qualche autorità indiscutibile, un libro infallibile o una chiesa infallibili. Non è nulla di tutto questo».
E' opinione comune che i fisici siano statisticamente gli scienziati più credenti. Polkinghorne ne spiega il motivo: «Se si lavora in fisica fondamentale si è colpiti dall'ordine meraviglioso del mondo. Si è colpiti da un profondo senso di fondo e di meraviglia e questo porta le persone che lavorano nel campo della fisica fondamentale a chiedersi se ci sia una sorta di mente dietro a questo. I fisici utilizzano un linguaggio che comprende la "mente di Dio" quando scrivono per il grande pubblico. Vi è anche l'intuizione che il mondo è meravigliosamente ordinato in un modo che non sembra proprio essere una felice coincidenza. I fisici credono nella realtà invisibile, senza nemmeno pensarci. Credo che l'eseprienza personale suggerisce l'esistenza di Dio, una volontà e uno scopo e una mente dietro a tutto».





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