In queste ore sta
esplodendo la «bomba» Wikileaks. Quasi 3 milioni di file contenenti le
comunicazioni fra gli avamposti diplomatici statunitensi nel mondo e il
Dipartimento di Stato sono stati resi pubblici attraverso Wikileaks e i
maggiori quotidiani del mondo. Ovviamente c'è anche qualcosa che
riguarda la Chiesa e papa Benedetto XVI (d'altraparte è pur sempre la
VI° persona più influente del mondo, vedi Ultimissima
5/10/10). Dai diciotto documenti del Dipartimento di Stato
che sono stati ottenuti da La
Stampa, si evince che l'Amministrazione Bush fu colta di
sorpresa dall'elezione di Joseph Ratzinger al soglio pontificio perché
riteneva che avrebbe potuto prevalere un cardinale latinoamericano. Il
19 aprile del 2005, giorno dell'elezione di Joseph Ratzinger, un
telegramma viene spedito da Roma a Washington con la firma «Hardt»:
oltre a contenere la notizia ammette la previsione errata fatta dalle
fonti vaticane consultate dai diplomatici Usa. Il commento finale è:
«Nonostante le speculazioni dei media sul sostegno a Ratzinger
da parte di molti cardinali, la sua elezione è stata una sorpresa per
molti». Nella pagina seguente Ratzinger viene comunque
definito un «cardinale potente» con la reputazione di essere «il
guardiano dell'ortodossia teologica». Ma «sebbene i media lo descrivono
come un despota autocratico», in un incontro con lui un alto diplomatico
Usa lo ha trovato «sorprendentemente umile, spirituale e facile da
trattare». Le previsioni immediate si riassumono in tre espressioni:
«Continuerà la rotta», «il focus sarà sull'Europa» e «forse sarà una
figura di transizione».
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