
Il Premio Nobel continua parlando del grande ruolo che il mondo cattolico svolge verso i sofferenti: «Con il mio collega americano Robert Gallo avevamo ottenuto un’udienza con il Papa (Giovanni Paolo II, ndr) per parlargli del modo in cui potremmo accrescere la nostra collaborazione con il personale delle missioni cattoliche che lavorano nell’ombra in Africa. Essi curano i malati di Aids e fanno prevenzione contro la diffusione del virus». Al che il monaco ribadisce: «Molti preti, religiose e religiosi sono all’opera. Troppo spesso ci si dimentica di parlarne». Gli fa eco il medico: «Gli ordini religiosi cristiani hanno svolto un ruolo molto positivo nella presa in carico dei malati. […] Riconosco che, nel campo delle cure ospedaliere, la Chiesa è stata pionieristica».
Si passa poi alla visione teologica dei due interlocutori. Mentre Niaussat racconta l'inizio della sua vocazione, Montagnier parla della religione: «Le religioni sono fondate su testi sacri: Bibbia, Corano, Torah. Anzitutto si dice che questi testi vengono da Dio, ovvero sono la Rivelazione, e che bisogna seguirli alla lettera. Questi sono dogmi fondatori e comprendo che si esita a modificarli. Ma si potrebbe anche adattare le religioni alle conoscenze di base della scienza, conservando la credenza in Dio». Il Nobel francese però riconosce implicitamente che, se nel mondo prevalesse l’opzione religiosa, in primis quella cristiana, il nostro pianeta ne avrebbe solo da guadagnare: «Vi sono 2 miliardi di cristiani, di cui 1 miliardo e 100 milioni di cattolici. I loro buoni sentimenti sono presenti ma sfortunatamente i rapporti di forza continuano a governare il mondo. Nel nostro secolo la compassione e l’amore del prossimo guideranno il mondo? Ne dubito».





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