venerdì 22 ottobre 2010

Gli scienziati: «l'uomo è l'unica eccezione di non dipendenza dal DNA».


L'antropologo cattolico Fiorenzo Facchini, autore di Le sfide dell’evoluzione e Le origini dell’uomo e l’evoluzione culturale, docente e ricercatore di antropologia, paleontologia umana e socioantropologia in diversi atenei, da Bologna a Bolzano (premiato nel 2002 dall'Accademia dei Lincei per l’Antropologia fisica) risponde alle domande de Il Giornale sulla genetica e la libertà umana, argomento emerso nel libro Anthill di E.O. Wilson. «Che i geni e l'ambiente siano gli unici fattori in gioco non lo sosterrei così facilmente. Il riduzionismo dimentica del tutto la consapevolezza umana, la capacità progettuale e quella di simbolizzazione, per non parlare della libertà. Come dice lo zoologo Grassé, le regole delle formiche provengono dal loro DNA, tant’è che sono sempre le stesse, mentre quelle dell’uomo cambiano nel tempo. Il genetista neodarwinista Theodosius Dobzhansky afferma che le società umane non si regolano come quelle animali e proprio in questo continuo mutar di regole sta il trascendimento del regno animale da parte dell’uomo». L'antropologo Facchini continua: «Anche Teilhard de Chardin ha fatto un inno alla materia “adorabile”, compresa la parte inanimata, senza scordarsi di aggiungere, però, che l’assunzione che l’uomo fa della natura la fa nella misura in cui si rende conto di essere l’unico cosciente. È l’uomo che dà coscienza a tutto il resto».


Come avevamo già avuto modo di dire in Ultimissima 30/7/10, molti scienziati si sono espressi recentemente su queste tematiche, ritenendo la genetica inadeguata a spiegare la complessità e misteriosità dell'uomo. Citavamo a titolo esemplificativo, il neodarwinista Francesco Cavalli Sforza e il biologo Steven Rose. Possiamo aggiungere il fisiologo e teologo John Habgood, che dichiara: «Le nostre caratteristiche generali dipendono in una certa misura dalla nostra eredità genetica. Ma da qui a dire che siamo geneticamente determinati ne corre. La genetica è uno dei fattori influenti. Poi c'è l'ambiente e infine la libera scelta di noi stessi. L'essenza del comportamento umano, a differenza di quello animale, sta nel fatto che è intenzionale e ponderato» (da La scienza e i miracoli, TEA 2006, pag. 88,89). E chiudiamo con il celebre genetista Francis Collins (forse la persona più odiata, dopo il Papa, dalle sette ateo-razionaliste), a capo del team che è riuscito a decifrare il genoma umano: «La genetica è il manuale d'istruzioni di Dio, è il Suo linguaggio, che però non spiegherà mai certi speciali attributi umani, come la conoscenza della legge morale e l'universalità della ricerca di Dio» (da Il linguaggio di Dio, Sperling&Kupfer 2007, pag. 20-22).


   

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