In Luglio, il governo cubano ha emesso un comunicato attraverso il quale accettava la scarcerazione di tutti i 52 dissidenti – in maggioranza intellettuali, giornalisti e artisti –, arrestati durante la “Primavera Negra” del 2003. A ottenere il “cambio di rotta” del regime è stata la Chiesa cubana che, da maggio, sta negoziando con il dittatore Raul Castro. Non a caso, la notizia della liberazione di massa è stata comunicata al cardinale Jaime Ortega proprio dal presidente, dopo un incontro a quattro, a cui hanno partecipato anche Moratinos e il cancelliere cubano Bruno Rodriguez Parrilla (vedi Avvenire). Fino ad ora sono stati 39 i prigionieri liberati. Si apprende in questi giorni, da Zenit.it, che l'Arcidiocesi dell'Avana ha confermato la prossima liberazione di altri tre prigionieri politici che però non farebbero parte dei 52 prigionieri politici del cosiddetto “Gruppo dei 75”, che il Governo del generale Castro si è impegnato a liberare. Ricordiamo che fino a 18 anni fa il regime comunista cubano adottava l'ateismo di Stato (ora rimasto soltanto in Cina e Corea del Nord).
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