Sul Canada Free Press, fra i più importanti quotidiani nazionali canadesi, è uscito un articolo che parla del fondamentale ruolo della religione in America e dell'irrazionalità in cui decide di stare chi si rifiuta di credere a Dio. Alan Caruba, collaboratore dei principali quotidiani americani, ricorda che la domanda se Obama è musulmano o cristiano «è più che un passatempo, una domanda oziosa in una nazione dove il 98% crede in Dio e, in particolare, in quello cristiano». L'articolista riconosce di aver «conosciuto un certo numero di atei e mi hanno sempre dato l'impressione di essere persone profondamente infelici. Questa è una generalizzazione, lo so, ma se la vita si vive affidandosi esclusivamente al proprio intelletto, privi di qualsiasi coscienza di una forza maggiore o di un potere nella vita dell'universo e del nostro pianeta, allora l'unica cosa che rimane è credere che una casuale insensatezza pervada la nostra vita». Ma l'ateismo è un semplice punto di vista, una pura scelta arbitraria, molto masochista per l'atro. Dall'altra parte, continua Caruba, «molti trovano una nuova e migliore vita attraverso la fede in un Dio personale. Il cristianesimo fornisce un motivo valido per alzarsi ogni giorno e per affrontare la vita. (...) L'ateismo -al contrario- non offre alcuna vera speranza, nessuna vera ragione di vita». Non è un caso quindi che gli atei, come dimostrato dal dipartimento di Psichiatria dell’Università del Manitoba, abbiano il doppio delle probabilità di diventare persone suicide.
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