
Disse: «E' morto un grande Pontefice che ha segnato con la sua presenza la fine del secolo scorso e l'inizio di un'altra storia. Anche per chi vive una diversa idea degli uomini e del mondo, e che non ha condiviso lati importanti del pontificato di Wojtyla, resterà il valore universale della sua forte denuncia dei mali di questa modernizzazione capitalistica, il suo messaggio di pace, il suo lascito fondamentale che è il rifiuto della guerra, il bisogno di umanità e fratellanza». Dichiarò di provare «dolore di un non credente critico che non si è mai negato la ricerca. Ho osservato da lontano Giovanni Paolo II, cercando di interloquire con le sue ragioni di fondo, ho accettato la sfida delle sue idee. Non mi sono mai voluto privare della conoscenza della sua verità. E' stato un formidabile anticorpo contro il rischio concreto, possibile, dell'apertura di un conflitto di civiltà. Ha dato un'idea integrale dell'uomo. Un'idea non banale, non legata al mito pubblicitario del benessere, della forza, della bellezza». Sempre nel 2005 Bertinotti confessò in un'intervista che più va avanti con gli anni, più si interroga sui grandi temi della religione, della fede. «Credo che abbia avuto un ruolo importante nelle mie riflessioni, sia quando si è mosso sul terreno della critica alla modernità, sia quando ha detto cose che segnavano una distanza grande, dolorosa, con la nostra visione». Un'altra intervista su papa Wojtyla l'ha rilasciata su 30giorni.





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