mercoledì 18 agosto 2010

Il 76% dei medici americani crede in Dio.

Esattamente cinque anni fa è uscito un importante studio sul Journal of General Internal Medicine, nel quale si dichiarava che la maggior parte medici (3 su 4) si professa profondamente religiosa e crede ad una vita ultraterrena (neurologi, anatomisti, fisiologi, cardiologi, chirurghi, medici legali, pediatri e psichiatri). La situazione non è cambiata affatto e anzi sembra dilagare. Queste conclusioni, ha riportato The Medical News, hanno contraddetto ricerche precedenti che mostravano come le persone tendono a diventare meno religiose se l'istruzione e il reddito si alzano di livello. Farr Curlin, medico e docente presso l'Università di Chicago, ha rivelato che tra i 1125 medici degli Stati Uniti intervistati, il 76% di questi crede in Dio e quasi il 60% in una sorta di aldilà.
Alcuni vogliono far credere che la scienza sia opposta alla religione e invece -continua l'esperto- chi si trova ad applicare la ricerca scientifica per aiutare l'uomo è tradizionalmente un uomo religioso (non a caso gli ospedali sono nati in ambito cristiano). Non stanno chiusi in laboratorio, ma sono continuamente a contatto con la vita e la morte, con le persone, il male e il dolore, la guarigione e l'aiuto verso il prossimo. I ricercatori hanno anche scoperto che il 90% dei medici ha dichiarato di partecipare alle funzioni religiose, almeno occasionalmente. FoxNews aggiunge altre informazioni: i medici sono più propensi a partecipare alle funzioni religiose rispetto alla media della popolazione degli Stati Uniti, il 55% dei medici ha dichiarato che la propria fede influenza il modo in cui svolgere il proprio lavoro e che, mentre oltre l'80% della popolazione degli Stati Uniti è protestante o cattolica, il 60% dei medici ha dichiarato di essere diviso in entrambi i gruppi. Edward Hill, presidente della American Medical Association, ritiene che la religione e la ricerca medica siano completamente compatibili, a patto che i medici non forzino le proprie convinzioni sui pazienti. Lo psicologo Hills ha invece detto che «la fede in un essere supremo è di vitale importanza per la capacità dei medici di prendersi cura di pazienti». La secolarizzazione dell'Europa (o meglio, di una parte di essa) è l'unica eccezione al mondo.


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