Il gesuita George Coyne è uno dei pionieri nel campo della polarimetria astronomica. La sua libertà intellettuale nella pluriennale attività scientifica, per ventotto anni presidente della Specola Vaticana, è stata riconosciuta con il Premio internazionale alla Libertà 2010, a lui assegnato dalla Associazione "Società libera", organismo fondato nel 2003 da esponenti del mondo accademico, imprenditoriale, del giornalismo e dell'editoria italiana, con la missione di approfondire e promuovere i valori liberali nella società (vedi Ultimissime 23/6/10).
Attualmente dirige gli Arizona Observatories e la sezione operativa della Specola Vaticana, la cui attività di ricerca è stata recentemente potenziata dall'installazione sul monte Graham di uno dei più grandi telescopi esistenti. Intervistato dall'Osservatore Romano, ha dichiarato: «Penso che la scienza non ci dica niente riguardo a Dio. Ma il dinamismo dell'universo è sempre stato per me una prova della fantasia e dela sua esistenza di Dio. L'universo è dinamico fin dai suoi inizi, dalla sua chimica e io vedo in questo un potere creativo. Ma il cielo lo possono guardare e studiare tutti. La fede è un dono». Rispetto al premio ricevuto ha detto: «Tutti i Papi miei datori di lavoro, non solo non hanno mai ostacolato le mie ricerche, ma le hanno incoraggiate e sovvenzionate. L'Osservatorio di Castel Gandolfo aiuta molti giovani a fare i primi passi nel mondo degli studi di astronomia. L'astronomia è stata per me una passione grandissima, non ho mai neppure pensato che fosse un lavoro. Un premio per le mie ricerche? Per avermi lasciato vivere pienamente la mia passione? Mi sembra quasi un'esagerazione». Per i risultati dei suoi studi in campo astronomico, gli è stato anche dedicato l'asteroide 14.429. Il gesuita è un membro attivo della Unione Astronomica Internazionale, l'American Astronomical Society, la Società Astronomica del Pacifico, l' American Physical Society e la Society of America. Su Wikipedia le sue pubblicazioni scientifiche. Le sue parole ricordano quelle di Copernico, suo celebre collega: «Quale ammirevole simmetria del mondo e che sicuro nesso armonico tra il movimento e la grandezza delle orbite. Tanto divina è per certo questa fabbrica dell'Ottimo e Massimo Artefice». (De revolutionibus orbius caelestium libri sex, libro I, cap. X, Einaudi Torino 1975m pag. 97-103)
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